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Ambrosetti: l’IoT è il futuro delle costruzioni, il 24% delle imprese edili già la usa

Nasce “Costruzioni del futuro”, nuovo verticale della InnoTech Community di Ambrosetti: “Dalle tecnologie digitali l’opportunità per infrastrutture sostenibili e sicure”.

Tra il 2008 e il 2021 la spesa pubblica in infrastrutture è diminuita del 30%, nonostante gli interventi di manutenzione, data l’età di gran parte delle grandi opere, siano sempre più necessari. Nell’ottica di migliorare sicurezza, efficienza e sostenibilità di infrastrutture e grandi opere si rende sempre più necessario puntare sulla diffusione delle tecnologie digitali, anche attraverso le risorse stanziate dal PNRR: secondo le ultime stime, le imprese di costruzione italiane investono appena lo 0,17% del valore aggiunto in attività di ricerca e sviluppo e solo nel 6% dei casi sono dotate di specialisti ICT.

Proprio con l’obiettivo di individuare le priorità per l’evoluzione del settore delle infrastrutture e dell’edilizia e avviare un confronto tra protagonisti istituzionali, organizzativi e privati, la InnoTech Community di The European House – Ambrosetti ha lanciato il nuovo spin-off tematico dedicato alle “Costruzioni del futuro”. Un percorso che si è aperto con un primo incontro a Milano, mettendo al centro il tema “Le Infrastrutture del Futuro”, per comprendere le necessità del settore delle costruzioni e individuare i fattori critici di successo, con la proposta dell’inserimento delle nuove tecnologie digitali e dell’Internet of Things (IoT).

Le nuove tecnologie digitali quali IoT, Digital Twin, BIM (Building Information Modeling), robotica e sensoristica intelligente rappresentano un’opportunità per il futuro delle infrastrutture e comportano diversi benefici lungo l’intero ciclo di vita delle opere, dall’ottimizzazione dei processi di progettazione alla manutenzione predittiva.

Infrastrutture datate, insufficienza di personale qualificato, ma anche necessità di investimenti in manutenzione e di interventi per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale e climatica sono le sfide che il settore delle infrastrutture deve superare: la risposta è rappresentata dall’IoT. L’Italia sta attraversando un momento cruciale per la digitalizzazione delle infrastrutture esistenti e di quelle future, alla luce delle risorse destinate alle grandi opere come i 30,5 miliardi di euro stanziati dal PNRR e i 450 milioni stanziati dal PNC. È necessaria una riflessione su come liberare questo potenziale: si tratta di un tema non solo tecnologico, ma anche culturale e normativo”, spiega Alessandro Viviani, Senior Consultant di The European House – Ambrosetti.

Ad affiancare il lavoro della InnoTech Community sono intervenuti partner quali Landlease, ABB, Agrati e Impresa Pizzarotti, che già oggi annoverano esperienze nel campo delle infrastrutture connesse.

Paolo Pozzi, CEO, Agrati Group, nel corso dell’evento ha dichiarato: “Da anni Agrati sta dedicando molte risorse nell’applicazione delle tecnologie più recenti per il miglioramento dei nostri processi e dei nostri prodotti. Tokbo rappresenta perfettamente un caso concreto di applicazione dell’Internet of Things, grazie al quale siamo riusciti a trasformare i nostri sistemi di fissaggio in veri e propri sensori in grado di monitorare da remoto lo stato di salute delle infrastrutture nelle quali sono inseriti. Grazie a Tokbo le infrastrutture diventano intelligenti e per questo più sicure, oltre a ridurne i costi di manutenzione. Tokbo ci permette inoltre di superare la logica tradizionale di produttore di singoli componenti e di evolvere verso un modello di business basato sulla vendita di un sistema costituito da un prodotto, una piattaforma cloud e un servizio di monitoraggio e analisi dei dati. Stiamo raccogliendo numerose manifestazioni d’interesse, anche da settori che non ci immaginavamo”.

Carlo Luzzatto, CEO di Impresa Pizzarotti & C., nel corso dell’evento ha dichiarato: “Ci troviamo in una fase di grande trasformazione e Impresa Pizzarotti intende contribuire positivamente al rafforzamento e al consolidamento del settore delle costruzioni. Per raggiungere tale obiettivo, nel corso del 2022, abbiamo deciso di aderire alla InnoTech Community di The European House – Ambrosetti, un network di primari stakeholder con cui riteniamo di poter avviare un percorso di collaborazione e cooperazione.

Nei prossimi mesi, assieme all’InnoTech Hub di The European House – Ambrosetti, approfondiremo alcuni aspetti chiave relativi all’ecosistema delle costruzioni, come ad esempio le opportunità di digitalizzare le attività di cantiere e la sperimentazione di nuove tecnologie per la sostenibilità. Oggi, e ancor più nel futuro, infatti, la catena del valore del settore delle costruzioni sarà impattata dall’avvento di nuove tecnologie digitali che modificheranno, non solo le opere, ma anche le tecniche di realizzazione e di manutenzione delle stesse. Al fine di mantenere un elevato livello di competitività, è fin da subito fondamentale far sì che tutta la filiera sviluppi un know-how avanzato e delle competenze su tali tecnologie. Per poter realizzare questo è necessario che ci sia un cambiamento nel modo in cui le opere vengono concepite, prevedendo, da un lato, un cambiamento, anche normativo, delle logiche di appalto, dall’altro, un più attivo coinvolgimento di tutti gli attori della filiera in una logica ecosistemica”.

Infrastrutture e grandi opere, Italia a due velocità

Ad oggi, per quanto riguarda  le infrastrutture, le  elaborazioni condotte dalla InnoTech Community di The European House – Ambrosetti restituiscono una fotografia in chiaroscuro dell’Italia, in bilico tra comportamenti virtuosi delle imprese delle costruzioni nell’ammodernamento dei processi produttivi e difficoltà a  livello burocratico e amministrativo.

Pochi investimenti in infrastrutture

L’Italia è terzultima in Europa per percentuale di spesa in infrastrutture rispetto al PIL (1,8%), nonostante sia manifesta la necessità di interventi di manutenzione e rinnovamento delle grandi opere. Proprio l’elevata età media dell’infrastruttura stradale (quasi 60 anni) si attesta tra le cause di morte per incidente: con interventi di manutenzione predittiva sull’infrastruttura stradale si potrebbe invece monitorare lo stato di usura e identificare problemi e guasti con tempestività.

Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, in media sono necessari 4 anni e 5 mesi per il completamento delle grandi opere. Un tempo enorme se confrontato con i ritmi di aggiornamento delle tecnologie. È fondamentale, oltre a snellire la burocrazia, accelerare le fasi di progettazione e realizzazione con il contributo delle nuove tecnologie digitali, dalla valutazione e verifica virtuale dei modelli progettuali.

Le emissioni dei trasporti

A livello di sostenibilità, il consumo finale di energia del settore dei trasporti è aumentato del 9% tra il 1990 e il 2019. Occorre pertanto continuare ad investire nel rinnovamento del settore dei trasporti, introducendo soluzioni più sostenibili e meno inquinanti e supportando il potenziamento dell’infrastruttura di ricarica di veicoli elettrici e a idrogeno.

Si tratta di un’ulteriore frontiera di sviluppo per le infrastrutture in cui è imprescindibile la capacità di creare sistemi digitali interoperabili per mettere in relazione il sistema delle infrastrutture, con quello della mobilità e quello dell’energia.

Verso il futuro con l’IoT

In Italia, il 24% delle imprese di costruzione già utilizza dispositivi IoT (l’8% in più rispetto alla media UE). Nel 2020, più di 109 milioni di euro (corrispondenti all’1% circa del PIL) sono stati dedicati alle attività di ricerca e sviluppo, molto più di altri Paesi europei.

Tuttavia, le imprese edili investono appena lo 0,17% del valore aggiunto in R&D, assai meno di altri comparti come ad esempio il manifatturiero, che investe 23 volte tanto. Sarà inoltre necessario investire sul personale qualificato in grado di favorire la transizione digitale: solo il 6% delle imprese di costruzione italiane è dotato di specialisti ICT.

Le risorse del PNRR

A livello amministrativo, le risorse non mancherebbero. Il PNRR dedica 30,05 miliardi di euro alle infrastrutture, e il PNC 450 milioni per il monitoraggio dinamico delle stesse.

Il MIMS avrà a portafoglio tra il 2021 e il 2036 115,5 miliardi di euro per le infrastrutture e la mobilità sostenibile. Diventa perciò necessario sfruttare al meglio i fondi allocati per digitalizzare le infrastrutture e ampliare le ricadute positive sull’economia nazionale, sottolinea infine The European House – Ambrosetti.

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