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Come Heratech utilizza il Bim per la qualità

Dalla progettazione di impianti e reti all’operatività di cantiere e allo smaltimento dei materiali, la multiutility Heratech fa perno su Autodesk AEC Collection e Bim Collaborate Pro.

La Direzione Ingegneria di Heratech è la struttura che si occupa della progettazione e della costruzione degli asset del Gruppo Hera, una delle più importanti multiutility nazionali nei settori ambientale, energetico e idrico. Nella Direzione Ingegneria lavorano circa 200 professionisti tra tecnici, ingegneri, geometri e periti, con specializzazioni che spaziano dalla progettazione meccanica, civile, elettrica e di automazione, sia in ambito impiantistico che in ambito reti, alla costruzione e che operano nelle tre filiere.

Erika Carloni è responsabile della struttura Sviluppo e coordinamento Bim, nata per supportare progettisti e direttori lavori nel cambiamento e nell’integrazione degli strumenti operativi.

Heratech ha attualmente in sviluppo circa 400 interventi, con investimenti per oltre un miliardo di euro. In questo contesto l’integrazione del Bim è a supporto delle fasi di progettazione e costruzione e della standardizzazione dei processi tecnici e gestionali.  “Abbiamo individuato nel Bim l’ambiente perfetto per crescere e per migliorare la qualità del nostro lavoro”, dice Carloni in una nota.

Così l’AEC Collection e Bim Collaborate Pro di Autodesk hanno permesso a Heratech di avviare e mettere il processo di trasformazione basato sul Bim e sui modelli di progettazione pluridimensionali e interdisciplinari.

Come spiega nella stessa nota Giuseppe Viti, ingegnere e Bim coordinator di Heratech, “I software Revit e Navisworks, parte dell’AEC Collection, sono stati impiegati per la progettazione degli asset impiantistici e per i relativi controlli informativi di Model Validation, Code checking e Clash detection. È stato possibile definire un modello dati standard per ogni fase progettuale e successivamente utilizzare Dynamo per estrarre dal modello tutti i dati necessari alla produzione di documenti progettuali”.

La progettazione collaborativa ha così permesso a Heratech di allestire un unico ambiente in cui raccogliere la documentazione organizzata in maniera strutturata e necessario alla condivisione di contenuti e informazioni alle discipline coinvolte, come spiega Marco Pescarini, ingegnere e CDE manager . “Lavorare con il Bim ci consente di trarre vantaggio sia dai progetti più complessi, che necessitano di analisi di interferenze per la previsione delle problematiche di cantiere, che da quelli più semplici ma a elevata ripetitività per i quali abbiamo sviluppato librerie e template ad hoc”, conferma Nicola Scomazzon, ingegnere e Bim coordinator.

heratech

Heratech, progetto qualità a Trieste

Un approccio di ultima generazione, quello dell’ingegneria della qualità, che si ritrova in uno dei più recenti impianti di Heratech, attualmente in realizzazione, il termovalorizzatore di Trieste.

Si tratta di una opera di revamping dell’impianto esistente che prevede la sostituzione di una linea di incenerimento collocata tra le due linee esistenti, lo spostamento di servizi comuni, oltre al potenziamento del ciclo termico a servizio di tutte e tre le linee per il recupero energetico che include l’upgrade della turbina a vapore di circa 2 MW per una potenza elettrica immessa in rete pari a 18,6 MW, il tutto senza interrompere l’attività dell’impianto.

Come spiega Carloni, “oltre alle problematicità del progetto in sé e alla valutazione delle interferenze, l’uso delle soluzioni presenti nell’AEC Collection ci ha confermato che il Bim, al servizio dei progettisti e della qualità del loro lavoro, è fondamentale per costruire e gestire modelli di cantiere a elevata complessità“.

Lavorare con le linee attive comportava infatti la valutazione in cantiere sia delle interferenze progettuali che degli accessi e della viabilità per il mantenimento dell’operatività dell’impianto. Poter interpretare le fasi operative e anticipare il rischio di fermi dovuti al posizionamento di mezzi in grado di interferire con la gestione ordinaria dell’impianto ha costituito pertanto un vantaggio.

Progettare e costruire con un unico modello condiviso ha reso possibile la piena comprensione del progetto a tutti gli attori coinvolti e agli enti incaricati di fornire le autorizzazioni.

Poter collaborare sulla stessa base rende infatti più evidenti e in modo reciproco, a tutte le discipline, le singole necessità.

A fronte di un impegno iniziale superiore si abbattono i rischi in fase costruttiva – dice Carloni -. Contiamo di ottenere una riduzione del 10% sulle varianti dall’integrazione del Bim con gli altri sistemi di computazione e dalla digitalizzazione e dalla standardizzazione dei processi che ha reso possibile”.

Un modello che Heratech sta mettendo a punto grazie all’esperienza sui siti degli impianti, e ha verificato la possibilità di ridurre di circa il 4% la quota delle varianti che prima si verificavano in cantiere, e questo ottimizzando i documenti progettuali.

Un’ulteriore dimensione del Bim è quella dei dati e delle informazioni di cui il modello si arricchisce e che permette di effettuare analisi predittive efficaci.

L’ambito in cui Heratech opera prevalentemente, il brownfield, non può non prescindere da tutti i fattori che costituiscono l’intero ciclo di vita di un impianto. La valutazione a preventivo del riuso, della sostenibilità e dei costi associati allo smaltimento dei materiali è fondamentale.

Carloni chiosa ricordando come “Il modello Bim permette una precisione dei dati relativi a demolizione, smaltimento e recupero non ottenibili in nessun altro modo. uno sforzo impensabile con una progettazione tradizionale per ottenere informazioni vitali che invece, con pochi accorgimenti in più sul modello, Autodesk rende disponibili”.

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