
Assobim spiega perché e come il BIM può contribuire a supplire alla carenza di manodopera, aumentando al contempo l’efficienza e il valore.
L’adozione del Building Information Modeling offre soluzioni concrete per ottimizzare i processi, aumentare l’efficienza e ridurre l’impatto della carenza di manodopera nel settore delle costruzioni che sta affrontando una sfida strutturale sempre più evidente: la carenza cronica di manodopera qualificata.
Un fenomeno che riguarda tanto i contesti nazionali quanto quelli internazionali, reso ancora più critico dall’invecchiamento della forza lavoro, dal ricambio generazionale lento e dalla crescente complessità tecnica delle opere da realizzare. In questo scenario, la digitalizzazione del comparto si sta rivelando una risorsa strategica per garantire la continuità operativa dei cantieri, migliorare la produttività e sostenere l’evoluzione del settore verso modelli più resilienti ed efficienti.
Il Building Information Modeling si colloca come una delle leve più efficaci per affrontare lo shortage di manodopera, grazie alla sua capacità di automatizzare processi, ottimizzare la progettazione e ridurre i tempi e le risorse richieste nelle varie fasi della realizzazione edilizia. La creazione di modelli digitali informativi consente di pianificare con maggiore precisione ogni fase del progetto, prevenendo errori, ritardi e sprechi che spesso richiedono interventi correttivi in cantiere, aumentando il fabbisogno di risorse umane.
L’integrazione del BIM con tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e la gestione da remoto permette di digitalizzare attività che, fino a pochi anni fa, richiedevano una presenza fisica costante e un elevato numero di operatori. L’impiego di strumenti digitali per il controllo qualità, la verifica delle quantità e il coordinamento tra professionisti riduce significativamente la necessità di operazioni ripetitive e manuali, alleggerendo il carico operativo sulle squadre di cantiere e migliorando l’efficienza complessiva.
Inoltre, il BIM favorisce la collaborazione tra le figure professionali coinvolte, permettendo una maggiore specializzazione e suddivisione delle competenze. Questo si traduce in una maggiore attrattività per i giovani professionisti, che possono operare in ambienti digitali strutturati e dinamici, all’interno dei quali la creatività progettuale si coniuga con l’analisi dei dati e la modellazione tridimensionale. Un ambiente più tecnologico e organizzato può contribuire a ridurre l’abbandono professionale e incentivare l’ingresso di nuove competenze nel settore.
Dal punto di vista economico, l’adozione del BIM consente anche una razionalizzazione dei costi, sia nella fase di progettazione sia in quella esecutiva. In un momento storico in cui la carenza di manodopera si traduce in un aumento dei costi per le imprese, ogni strumento in grado di ridurre il numero di ore necessarie per la realizzazione di un’opera rappresenta un vantaggio competitivo determinante. L’analisi dei dati, la simulazione dei processi costruttivi e la pianificazione avanzata delle forniture permettono di anticipare criticità e ottimizzare l’impiego delle risorse disponibili.
Va inoltre sottolineato come la digitalizzazione attraverso il BIM permetta di valorizzare maggiormente le competenze esistenti, trasformando ruoli tradizionali in nuove figure professionali più tecnologicamente evolute. Questo processo, oltre a compensare parzialmente la riduzione numerica della forza lavoro, crea opportunità occupazionali orientate alla qualità e all’innovazione, in grado di rispondere meglio alle sfide ambientali e produttive del prossimo futuro.
Quindi, sebbene il BIM non possa certo sostituire la manodopera “umana”, può contribuire a supplire a questa carenza, aumentando al contempo l’efficienza e il valore. La transizione digitale del settore costruzioni, se accompagnata da adeguati percorsi formativi e investimenti infrastrutturali, rappresenta la chiave per superare l’attuale fase di criticità e gettare le basi per un’edilizia più competitiva.