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BIM, cloud computing e condivisione dei dati

Come afferma Assobim, da un lato, la tendenza alla smaterializzazione delle piattaforme dati, dall’altro la logica collaborativa e il costante scambio di informazioni alla base del Building Information Modeling (BIM) sembrano trovare oggi uno strumento ideale nel cloud computing, una sorta di ecosistema digitale accessibile via web mediante qualsiasi dispositivo connesso che consente di archiviare e sincronizzare i file rendendoli disponibili per la visualizzazione e l’elaborazione ai componenti del team di progettazione.

La logica non è di per sé nuova, essendo concettualmente sovrapponibile a quella dei tradizionali server fisici centralizzati, ma le loro limitazioni in termini di accessibilità, sicurezza e complessità dell’infrastruttura IT necessaria alla loro implementazione e manutenzione spingono in misura sempre più importante verso soluzioni virtualizzate e smaterializzate.

Assobim cloud
Le piattaforme cloud propongono ambienti dedicati e interfacce integrate che facilitano i processi collaborativi online in tempo reale.

I sistemi di storage locali usati a questo scopo, ad esempio, da un lato non risultano accessibili in remoto, dall’altro rendono difficoltoso il tracciamento di tutte le modifiche e revisioni cui è soggetto il progetto nell’arco del suo sviluppo; soluzioni intermedie come la creazione di reti virtuali private presentano complessità di configurazione e gestione, mentre piattaforme cloud generiche non sono concepite per soddisfare le necessità di organizzazione e gestione delle informazioni tipiche dei processi BIM.

Al contrario, le piattaforme cloud oggi offerte da svariate software house propongono ambienti dedicati e interfacce integrate ai propri programmi, soluzione che facilita in misura importante i processi collaborativi online in tempo reale.

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L’implementazione dei servizi cloud prevede il loro hosting fisico nei server dei data center utilizzati dai fornitori di servizi Internet, il cui accesso da parte degli utenti è regolato mediante interfacce che gestiscono le autorizzazioni e la navigazione attraverso i contenuti archiviati.

A questa opportunità si affiancano ulteriori tecnologie in grado di coprire la totalità delle possibili interazioni, dalla semplice messaggistica alle web conference, dal display sharing all’editing simultaneo in tempo reale dei file. Tecnicamente, l’implementazione di questi servizi cloud prevede il loro hosting fisico nei server dei data center utilizzati dai fornitori di servizi Internet, il cui accesso da parte degli utenti è regolato mediante interfacce che gestiscono le autorizzazioni e la navigazione attraverso i contenuti archiviati.

I vantaggi di questa architettura per aziende e studi professionali sono facilmente intuibili, consentendo una gestione interattiva delle risorse attraverso cui velocizzare la trasmissione delle informazioni, programmare i processi e valutare prestazioni e risultati.

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Tutte le funzionalità vengono gestite all’interno di un’area del cloud riservata ai processi BIM, il cosiddetto CDE – Common Data Environment.

Tali funzionalità vengono gestite all’interno di un’area del cloud riservata ai processi BIM, il cosiddetto CDE – Common Data Environment (ACDat – Ambiente di Condivisione dei Dati nella Normativa UNI 113377), che deve soddisfare esigenze quali interoperabilità dei dati, per consentire l’accesso da parte di software differenti, sicurezza nell’accesso e nella connessione, per assicurare riservatezza, tracciabilità della comunicazione a garanzia della trasparenza del processo.

In questo ambiente virtuale dati e modelli, oltre tutte le informazioni rilevanti per il progetto (ad esempio quelle legate agli aspetti normativi), sono depositati, elaborati e revisionati, condivisi e pubblicati, in modo che il flusso delle operazioni risulti sincronizzato secondo regole predefinite.

Queste ultime sono un aspetto fondamentale del processo: si tratta infatti dell’insieme delle modalità operative che (ad esempio nel caso del progetto di un edificio) gli attori concordano di rispettare, facendo riferimento anche ai requisiti e agli obiettivi espressi dal committente in sede di conferimento dell’incarico al gruppo di progettazione.

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In questo ambiente virtuale dati e modelli sono depositati, elaborati e revisionati, condivisi e pubblicati, in modo che il flusso delle operazioni risulti sincronizzato secondo regole predefinite.

Fra i limiti di questa architettura, oltre alla disponibilità di una connessione con la rete Internet, rientra il tema oggi sempre più critico della sicurezza informatica, in quanto lo storage dei dati su server virtuali gestiti da provider esterni può far sorgere un rischio sicurezza, ancor più evidente nel caso di utilizzo di reti wireless, per loro natura più esposte a violazioni informatiche.

Per questo motivo le software house stanno lavorando con particolare intensità sull’ottimizzazione delle piattaforme e dei servizi cloud nell’ottica di una sempre maggiore tutela della riservatezza e sicurezza dei dati.

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