Quali sono le norme nazionali e internazionali volontarie di riferimento del Building Information Modeling, BIM? Esiste un corpo di norme ISO e UNI che, nell’ambito del BIM, sono un punto di riferimento per il legislatore e per gli operatori di settore.
Non si tratta di dispositivi legislativi, come possono essere le norme tecniche per le costruzioni – NTC. La loro elaborazione è basata sul consenso tra gli stakeholder, che possono contribuire alla scrittura della norma attraverso un processo democratico, partecipativo e trasparente e la loro forza è data proprio da questo processo di scrittura.
Infatti, le norme sono scritte a cura di operatori, professionisti, tecnici, esperti, ricercatori e stakeholder in genere, pubblici e privati, che sono anche coloro i quali utilizzeranno le norme stesse e beneficeranno degli effetti: hanno quindi una maggior consapevolezza sulle necessità del mercato e di tutti gli attori della filiera.
ISO e UNI: le differenze
Per una maggiore chiarezza, ricordiamo le principali differenze tra le tipologie di norme e le sigle che le descrivono.
Le norme internazionali sono elaborate e pubblicate dall’ISO (International Organization for Standardization) e possono essere adottate a livello nazionale da ogni stato membro in modo volontario. In Italia sono identificate dagli acronimi UNI ISO.
Le norme europee – identificate dalle sigle UNI EN – sono invece elaborate dal CEN (European Committee for Standardization) nelle tre lingue riconosciute, inglese, francese e tedesco. Ogni stato membro è obbligato a recepirle e a ritirare le eventuali norme nazionali in vigore che dovessero risultare in contrasto.
Le norme nazionali sono elaborate dall’ente nazionale riconosciuto, che in Italia è l’UNI e anche il CEI. Valgono sul territorio nazionale e vengono pubblicate nella lingua di ogni Paese.
Grazie ad accordi di riconoscimento tra ISO e CEN, è possibile però pubblicare una norma a livello congiunto sia europeo sia internazionale (con la sigla UNI EN ISO). Inoltre, per rendere più fruibili i testi delle norme, l’UNI ha tradotto quelle principali in italiano e, allo stesso tempo, sono state tradotte in inglese le principali norme italiane.
Norme BIM: le pietre miliari internazionali…
Parlando di BIM e normativa, la prima norma da citare è la ISO 19650 entrata in vigore nel 2019 che ha contribuito a delineare gli scenari normativi a livello internazionale, comunitario e dei singoli stati. Tratta di: “Organizzazione e digitalizzazione delle informazioni relative all’edilizia e alle opere di ingegneria civile, incluso il Building Information Modelling (BIM) – Gestione informativa mediante il Building Information Modelling”. Si tratta di uno standard internazionale che regola la gestione delle informazioni sull’intero ciclo di vita di un bene costruito, utilizzando il Building Information Modeling (BIM).
La serie ISO 19650 si compone da cinque parti: concetti e principi generali; fase di consegna dei cespiti immobili; processi di sviluppo e gestione delle informazioni durante la fase di costruzione; scambio di informazioni; requisiti di sicurezza delle informazioni. Nell’insieme definisce il quadro, i principi e i requisiti per l’acquisizione, l’utilizzo e la gestione delle informazioni nei progetti e nei beni, sia nell’edilizia che nell’ingegneria civile, durante tutto il loro ciclo di vita, ed è destinata principalmente alle figure coinvolte nelle fasi di progettazione, costruzione e messa in servizio dei beni costruiti, e a quelle che svolgono attività legate alla loro gestione, compresa l’operatività e la manutenzione.
…e italiane
L’adozione della metodologia BIM in Italia è arrivata a una svolta grazie all’introduzione di una nuova legislazione (DM 560/2017, detto “decreto Baratono” che dal 2019 ha previsto la progressiva introduzione dell’obbligatorietà del BIM presso le stazioni appaltanti) e della normativa tecnica UNI 11337, tra le più influenti in Europa.
In Italia, la pubblicazione della prima UNI 11337 risale al 2009, anno in cui già si introduceva il concetto di informazione, interoperabilità e identificazione univoca di un’opera del settore edile. Nel 2017 è stata poi ampliata e suddivisa in 10 parti; a oggi sono state pubblicate le parti 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7.
Il testo ha introdotto concetti generali legati alla natura e origine delle informazioni, partendo dalla definizione del dato, per arrivare alla definizione delle strutture più complesse. Ha definito in particolare tutti gli aspetti legati alla quantità e qualità dei contenuti informativi, stabilendo gli obiettivi da raggiungere in ogni fase del processo e definendo una scala di LOD italiana. E ha definito i ruoli, le regole e i flussi di coordinamento e approvazione necessari ad attivare e garantire il processo di costruzione digitalizzato.
La pubblicazione della norma, in particolare, ha aperto nuove prospettive per la valorizzazione delle professionalità afferenti al BIM attraverso specifiche certificazioni rilasciate in conformità a una norma nazionale. La norma UNI 11337 costituisce l’unico allegato nazionale alla ISO 19650-1-2:2019.
Normativa e approccio openBIM
Tra le norme tecniche che è importante citare, parlando di BIM, ci sono poi quelle che fanno riferimento all’approccio openBIM e all’adozione di formati aperti come l’IFC. Citiamo la UNI EN ISO 16739:2016: “Industry Foundation Classes (IFC) per la condivisione dei dati nell’industria delle costruzioni e del facility management”. Si tratta del testo che definisce l’IFC, il formato aperto, non proprietario e indispensabile per lo scambio dati tra utenti che utilizzano software diversi, all’interno dello stesso processo BIM.
Ci sono altre due norme tecniche internazionali adottate dal Comitato Europeo per la Standardizzazione (CEN) con lo scopo di costruire un settore delle costruzioni più competitivo e sostenibile: UNI EN ISO 12006-3:2016 “Costruzione di edifici – Organizzazione di informazione riguardo lavori di costruzione – Parte 3: Schema per l’informazione orientata ad oggetti” e la UNI EN ISO 29481-2:2016 “Modelli di Building information – Manuale di distribuzione delle informazioni – Parte 2: Schema di interazione”.
Un corpo normativo legato al BIM in evoluzione
Negli ultimi anni la normativa legata al BIM è stata migliorata, ampliata e modificata, aggiungendo man mano tutti i tasselli necessari per rendere sempre più operativa questa metodologia.
In Italia il nuovo Codice Appalti (dlgs 36/2023) ha confermato il progressivo uso di metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni come modalità per assicurare la razionalizzazione delle attività di progettazione e delle connesse verifiche e l’adozione della metodologia BIM per l’intero ciclo di vita di una costruzione.