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Come il Bim influisce sulla gestione del public procurement

Il Bim nel public procurement: la digitalizzazione di criteri e di procedure di aggiudicazione di appalti e di concessioni di lavori pubblici
 
Il capitolato informativo, o meglio il complesso processo previsto dalle norme UNI EN ISO 19650 che giunge agli EIR attraverso gli OIR, gli AIR e i PIR, rappresenta il documento che esprime i requisiti informativi della committenza pubblica rivolti ai propri fornitori nelle diverse fasi del procedimento tecnico-amministrativo regolato da contratti pubblici.
A esso le catene di fornitura, i soggetti incaricati principali e secondari, daranno risposta attraverso le offerte e i piani di gestione informativa.
Un passaggio che, tuttavia, è stato sinora esplorato assai scarsamente riguarda l’uso che dei modelli informativi si possa fare da parte della Domanda Pubblica per incrementare la qualità dei processi selettivi nell’aggiudicazione delle procedure competitive, specie per quanto riguarda i lavori.

Ruolo dei modelli informativi

Per meglio comprendere il tema si può fare riferimento al caso più semplice dell’appalto di sola esecuzione, conosciuto internazionalmente quale Design-Bid-Build Procurement Route.
In questo caso, si suppone che la stazione appaltante disponga di un progetto esecutivo, tradizionalmente veicolato in formato pdf, a cui poter accostare modelli informativi aggregati (o federati) e disciplinari in formato neutro interoperabile.
Per prima cosa, occorre notare come una parte non certo trascurabile dei documenti non possa attualmente derivare direttamente dalla modellazione informativa, anche quando non sia ascrivibile a dati non strutturati, digitalizzati oppure no.
Una parte di essa, semmai, si pensi alla progettazione strutturale e impiantistica, potrebbe essere stata condotta in modo interattivo tra ambienti di calcolo e ambienti di modellazione.
È noto, peraltro, che, al fine di salvaguardare la proprietà intellettuale, gli organismi di progettazione traggono sovente gli elaborati, prevalentemente grafici, dai modelli informativi realizzati grazie a proprie Bim Library, per poi consegnare alla committenza pubblica una versione depotenziata, priva degli elementi sensibili per la propria tutela.
Oltre a ciò, tali modelli informativi presentano spesso una struttura di dati che riflette il punto di vista di committenti, non direttamente coinvolti nelle logiche produttive e cantieristiche come, ad esempio, invece, avviene per l’appalto integrato.
Limitandosi alla fase a evidenza pubblica di aggiudicazione della gara, è evidente che una prima discriminante riguarda la presenza o meno del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
In caso di assenza dello stesso, è evidente che la negoziazione operativa implicante i modelli informativi sarà differita alla fase successiva almeno all’aggiudicazione provvisoria.
Il ruolo che i modelli informativi potranno esercitare non sarà direttamente esercitato dal committente, ma permetterà, comunque, al candidato di affinare la propria offerta economica, specie nel caso in cui la remunerazione avvenga a corpo.
Si tratta di permettere, infatti, all’offerente un’analisi accurata della natura dei lavori e delle quantità in gioco, alfine di evitare la formulazione di ribassi infondati e casuali, sottoposti al solo scopo di aggiudicarsi il contratto a ogni «costo».
Senza giungere alla eventualità di disporre di serie storiche strutturate di dati per utilizzare algoritmi di machine learning, qualora al candidato prema, al contrario della situazione precedente, evitare una aggiudicazione su basi sconvenienti, modelli informativi accurati potrebbero assecondare l’obiettivo.
Al contempo, occorre che la finalità della stazione appaltante sia quella di ottenere l’aggiudicazione con ribassi sull’importo a base di gara contenuti così da ridurre la probabilità che si instaurino conflitti e contenziosi.
Qualora l’offerta dipendesse anche dalla sottomissione di ribassi su prezzi unitari l’approccio potrebbe risultare ulteriormente utile.
Qualora, invece, si possa fare ricorso al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, nell’offerta metodologica i modelli informativi proposti dal committente pubblico potrebbero essere utilizzati più proattivamente, posto che essi, anzitutto, riflettano, come accennato poc’anzi, la ricchezza informativa adeguata e che non siano composti da oggetti «segnaposto» o, comunque, privati di gran parte dei contenuti originarî riportati nei documenti in formato pdf.
Accanto alla struttura del capitolato informativo, documento in questo caso teso a ottimizzare, dal punto di vista del committente, la rivisitazione e l’evoluzione dei modelli informativi nelle fasi della post aggiudicazione provvisoria e dell’esecuzione del contratti, a favore dell’ufficio di direzione dei lavori e della commissione di collaudo, oltre che eventualmente quale oggetto della valutazione di alcuni parametri dell’offerta metodologica da parte della direzione dei lavori, ne è ipotizzabile un ulteriore impiego computazionale, per quest’ultimo fine.
Come avvenuto, ad esempio, in alcuni casi di appalti di edilizia scolastica in Lombardia e altrove, è, infatti, possibile responsabilizzare direttamente l’offerente sui valori prestazionali ed economici relativi ai singoli oggetti, anche se, naturalmente, ciò meglio avverrebbe nel caso dell’appalto integrato, ove il grado di progettualità e, comunque, di alterazione dei modelli informativi sarebbe maggiore, ma, per il quale una azione diretta di modifica dei modelli e degli oggetti con molta difficoltà potrebbe avvenire sui contenitori informativi in formato neutro.
Nei casi noti a oggi, infatti, ciò è avvenuto sulla scorta di fogli di calcolo tratti dai modelli informativi.
Il principale scopo da prefiggersi, da parte della stazione appaltante, è, dunque, quello di permettere alla commissione giudicatrice un’analisi comparata delle offerte presentate il più possibile su base numerica, non per sottrarre discrezionalità al giudizio, bensì per circostanziare l’assunzione di responsabilità di entrambe le parti.

La descrizione computazionale del cantiere

È, inoltre, necessario evitare che, tanto più per il tema, relativamente inedito, della digitalizzazione del cantiere, gli elementi di valutazione attinenti alla programmazione dei lavori e alla logistica di cantiere siano tradotti, nelle offerte metodologiche, in narrazioni fantasiose inerenti a soluzioni avanzate estranee all’impresa candidata e da essa mai sperimentate prima.
Nell’auspicio che il cronoprogramma contenuto nel progetto esecutivo e, soprattutto, le previsioni date nel piano di sicurezza e di coordinamento, abbiano potuto avvalersi della modellazione informativa, nell’ipotesi in cui la stazione appaltante fornisca, assieme ai modelli informativi di progetto, una base geospaziale di contestualizzazione del sito nel territorio, all’offerente potranno essere richieste proposte sottoposte computazionalmente.
In primo luogo, sarà possibile domandare al candidato di illustrare operativamente i criteri di riarticolazione delle logiche di scomposizione (breakdown structure) dei modelli informativi posti a base di gara al fine di gestire la progettazione costruttiva e la conduzione dei lavori.
Ciò è particolarmente importante per evitare che un eventuale rifacimento dei modelli informativi generi una asimmetria informativa a sfavore dell’ufficio di direzione dei lavori e della commissione di collaudo.
Dalle proposte avanzate, la stazione appaltante avrebbe, peraltro, modo di ulteriormente potere «validare» le logiche seguite dai propri progettisti.
In secondo luogo, sarebbe possibile, computazionalmente, verificare i contenuti delle soluzioni logistiche di produzione, relative all’area di cantiere, ma pure ai luoghi di fornitura e di conferimento, nonché alla viabilità considerata.
Ciò potrebbe avvenire sulla scorta di «regole» predisposte in sede dei documenti di gara da parte della stazione appaltante (ad esempio, in materia di simulazione di flussi di entità/risorse), rese note preventivamente, perciò, ai candidati, cosicché la valutazione della ingegnerizzazione del cantiere in termini di digitalizzazione sia legittimata computazionalmente.
In questo modo, non solo si richiederebbe all’offerente una proposta dettagliata, ma si verificherebbe che essa abbia una coerenza intrinseca nella funzionalità dei flussi informativi, tanto più qualora si parli di Field Bim supportato dall’Internet of Things.
La stazione appaltante, in questa prospettiva, deve preoccuparsi di disporre di uffici di direzione dei lavori (e di eventuali commissioni di collaudo in corso d’opera) avvezzi a questo tipo di operatività, sempre per evitare asimmetrie.
Le stesse soluzioni proposte dagli offerenti per il 4D Bim dovrebbero essere configurate secondo criteri di validazione o di falsificazione stabiliti a priori, poiché l’argomento è qui quello del sequenziamento ottimale delle attività, non solo delle lavorazioni, in funzione dei vincoli posti dagli spazi operativi e dagli elementi da realizzare e da assemblare.
Occorre, in altre parole, evitare assolutamente che i concorrenti presentino suggestivi «cartonati», statici e dinamici, privi di elementi comparativi verificabili di giudizio.
Conta, invece, valutare l’affidabilità, sotto diversi punti di vista, delle sequenze generali (e di dettaglio per fasi particolarmente critiche), oltre che della legittimazione, computazionale, di scelte che vertano, a titolo esemplificativo, su natura e posizionamento dei mezzi di sollevamento.
L’organizzazione del cantiere e la programmazione dei lavori, dunque, potrebbero essere valutate anche per la loro congruenza coi criteri di monitoraggio e di controllo previsti dal direttore dei lavori e dal coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, oltre che per valutare l’attendibilità delle riduzioni offerte sui tempi di esecuzione.
Il senso generale dell’uso dei modelli informativi per la valutazione computazionale delle offerte segue, quindi, due binari complementari: l’analisi numerica comparata delle soluzioni avanzate nelle offerte tecniche ed economiche; la business intelligence consentita dalle data analytics effettuate sui modelli informativi rielaborati dagli offerenti.
A ciò si aggiunge, ovviamente, un giudizio più soggettivo da parte dei membri delle commissioni giudicatrici.

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