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Il capitolato informativo negli appalti pubblici

L’entrata in vigore del Decreto 560/2017, che sancisce la progressiva introduzione dell’obbligatorietà del Bim negli appalti pubblici, ha posto la Pubblica Amministrazione di fronte a una duplice sfida, che se da un lato impone un salto qualitativo innanzitutto in termini di mentalità, dall’altro comporta un nuovo e diverso approccio sistemico e la conseguente adozione degli strumenti necessari alla sua messa in atto.

Il capitolato informativo deve includere il modello informativo digitale relativo allo stato dei luoghi e delle strutture in formato aperto

Sotto questo aspetto, un aspetto di particolare rilevanza è l’obbligo di redazione da parte delle committenze pubbliche dei documenti di indirizzo preliminare e del capitolato informativo.

Se si considera in particolare che il decreto ministeriale prevede l’obbligo di fornire ai concorrenti e ai contraenti lo stato dei luoghi attraverso modelli informativi, sono facilmente comprensibili le difficoltà nella predisposizione di una adeguata anagrafe immobiliare, così come nel seguire puntualmente i processi di definizione dei requisiti organizzativi immobiliari o infrastrutturali.

In questo panorama il capitolato informativo, prendendo le mosse dalla conoscenza patrimoniale dei cespiti, dovrebbe essere il frutto di una negoziazione ragionata della amministrazione con le componenti sia dal punto di vista tecnico che economico-finanziario.

Il capitolato informativo deve soddisfare requisiti di interoperabilità aperta in modo da rendere accessibile la gara al numero più ampio possibile di candidati

Replicare pedissequamente documenti già utilizzati in altre occasioni e da altri soggetti, e quindi priva di informazioni specifiche nonché degli esiti da questi ottenuti, rappresenta solo in apparenza una scorciatoia, che in realtà ha come unico risultato il riprodursi delle criticità.

Al tempo stesso, gli attuali capitolati informativi sono decisamente carenti in termini di richieste progettuali in forma computazionale, troppo generici relativamente agli obiettivi e agli usi della modellazione informativa, evasivi sul corrispondente necessario livello di dettaglio geometrico e di sviluppo informativo.

Nella sua veste di soggetto rappresentativo Assobim ha redatto una serie di suggerimenti volti alla loro redazione, che prendono in considerazione le attuali carenze e evidenziano una serie di misure per colmare tali vuoti.

Lo strumento del capitolato informativo è utilizzabile indifferentemente anche per gli interventi relativi al patrimonio esistente

La prima misura consiste in un’azione formativa di accrescimento e di incremento in termini computazionali dei documenti di indirizzo preliminare, premessa necessaria alla stesura di Capitolati Informativi specifici e che dedichino la dovuta attenzione alle peculiarità tecniche di ciascun progetto.

I requisiti informativi vanno studiati e perseguiti non solo nei riguardi della copertura delle fasi di progettazione e costruzione ma anche e soprattutto configurando gli stessi per la successiva gestione e manutenzione tecnica, definendo nel dettaglio termini di consegna e  conclusione dei lavori e tracciando in questo modo le basi per conseguire risparmi considerevoli anche in fase di utilizzo e gestione del bene.

Da ricordare che il capitolato informativo deve includere il modello informativo relativo allo stato dei luoghi e delle strutture in formato aperto.

Sarà quindi necessario predisporre originariamente una anagrafe digitale immobiliare o infrastrutturale, preferibilmente Bim-based, a tutela della correttezza dei dati di ingresso e in funzione della gestione del ciclo di vita del cespite.

I requisiti informativi da implementare vanno individuati non solo in rapporto alle fasi di progettazione e costruzione ma anche a quelle successive di gestione e manutenzione tecnica

Senza la disponibilità di una adeguata anagrafe immobiliare patrimoniale, infatti, il percorso decisionale che caratterizza documento di indirizzo preliminare e capitolato informativo non è seriamente praticabile e i dati di ingresso ai fornitori non si rivelano attendibili, cosa che rende consigliabile il rapido avvio dei processi di digitalizzazione da parte delle amministrazioni.

Sempre in termini di buone pratiche, la messa in gara di modelli di opere da realizzare e stati di fatto sui quali intervenire, o comunque esistenti, dovrà sottostare ai requisiti dell’interoperabilità aperta (UNI EN ISO 16739:2016) con lo scopo di garantire una concorrenza aperta e di rendere accessibile la gara ad un numero quanto più ampio possibile di candidati senza favorire né agevolare la partecipazione di alcune professionalità a dispetto di altre.

Sempre allo scopo di migliorare l’efficacia del capitolato informativo, è inoltre consigliabile anticipare le modellazioni 3D informative in maniera che possano costituire corredo tecnico alla gara in appoggio ai requisiti esplicitati nel capitolato informativo stesso.

Con il contributo di Assobim

Think Bim

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