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Il BIM in Italia: lo stato dell’arte

Il BIM è senz’altro uno strumento in costante espansione, dai vantaggi evidenti e stimolato da importanti misure normative e disciplinari. Ma qual è, ad oggi, la reale dimensione del mercato BIM, e come si sta evolvendo la platea dei suoi utilizzatori? A queste e altre domande cerca di rispondere l’edizione 2021 del BIM Report, l’indagine sul mercato del Building Information Modeling in Italia promossa da ASSOBIM, l’associazione nata per promuovere la diffusione del Building Information Modeling e sostenere l’attività dell’intera filiera tecnologica del BIM.

Anche questa edizione della ricerca ha attinto a un ampio panel di partecipanti, composto da diverse centinaia di operatori professionali della filiera fra cui studi di progettazione e società di engineering, che da sole compongono circa il 75% del campione, e a seguire in ordine di rappresentanza enti della Pubblica Amministrazione, imprese di costruzioni e manutenzioni, produttori di materiali e componenti, società di servizi IT, committenza pubblica e privata, Università e Centri di ricerca, che ha permesso di delineare una mappa aggiornata della diffusione del BIM in Italia, della percezione dei suoi punti di forza, criticità e prospettive, allo scopo di contribuire all’ulteriore sviluppo di questa metodologia e proseguire il percorso evolutivo inaugurato con l’introduzione del DM 560/2017, che proprio nel 2021 ha registrato un nuovo passo avanti con la pubblicazione del Decreto Ministeriale 2 agosto 2021, n. 312, già noto come “Nuovo Decreto BIM”.

Punto di partenza di questa nuova edizione del BIM Report è stata l’analisi del grado di conoscenza e utilizzo del Building Information Modeling e delle sue potenzialità fra gli operatori del settore, i cui esiti hanno confermato il trend positivo già emerso con chiarezza lo scorso anno. Il campione intervistato – costituito in larga parte da studi di progettazione (oltre il 59% del campione) e società di  engineering (16,4%), con un numero di collaboratori al di sotto delle dieci unità in circa il 70% dei casi (erano il 68% nel 2020) e un fatturato al di sotto del milione di euro nel 70% dei casi (in linea con i risultati dell’edizione precedente – rispecchia nelle caratteristiche essenziali la scala delle realtà professionali italiane, rendendo perciò particolarmente fedele il quadro emergente dalle risposte al questionario: oltre il 60% del campione (+6% raffrontato all’edizione precedente) conosce e utilizza la metodologia BIM, mentre un ulteriore 30% circa la conosce ma non la utilizza o ne fa un uso parziale, e solo un numero marginale di operatori (il 7% rispetto al 10% del 2020) non ne è a conoscenza.

Anche in un anno segnato dalle difficoltà innescate dall’emergenza sanitaria, quindi, il Building Information Modeling prosegue il suo trend di espansione fra i professionisti del settore, registrando una crescita particolarmente significativa nell’attuale contesto di mercato. Allo scopo di valutare anche dal punto di vista qualitativo il grado di diffusione del BIM, un secondo blocco di domande si è focalizzato sulla quantificazione del livello di competenze BIM dichiarato dagli operatori e i canali informativi utilizzati da questi ultimi per consolidarle e integrarle. Circa il 17% del campione (in lieve salita rispetto al 13% della scorsa edizione dell’indagine) si dichiara molto sicuro delle proprie conoscenze e competenze, mentre il 50% – dato che si mantiene invece costante – lo è in misura buona o sufficiente; il restante 33% (quattro punti percentuali in meno sull’edizione 2020) evidenzia carenze in merito più o meno accentuate, confermando il trend di costante miglioramento inaugurato già nel 2019.

A distanza di un anno, quindi, pur rimanendo ancora elevata la quota di professionisti non ancora dotati di competenze consolidate in ambito BIM, i numeri parlano di una progressiva crescita quantitativa e qualitativa delle stesse, delineando una curva tendenziale sostanzialmente positiva.

Altrettanto significativo anche il panorama delle fonti di informazione/formazione in ambito BIM cui gli operatori dichiarano di attingere; riconfermano la prima posizione i siti internet e i media di settore, utilizzati dal 26% del campione, seguiti in seconda posizione dal sempre efficace confronto con consulenti BIM e altri professionisti e colleghi, che valgono circa il 18% del totale. Sale anche l’importanza del contributo formativo generato all’interno del contesto professionale di appartenenza (16%), dato che indirettamente testimonia un’importante crescita di competenze negli ambiti lavorativi di elezione del Building Information Modeling.

Alla crescita di conoscenze, competenze e utilizzo hanno fatto riscontro i dati circa il grado di consapevolezza dei vantaggi derivanti dall’adozione della metodologia BIM nella pratica professionale. L’86% del campione – il 6% in più rispetto al 2020 – si dichiara convinto che l’adozione del BIM sia in grado di contribuire fortemente (fino a un terzo in meno) alla riduzione del costo iniziale di costruzione e dei costi relativi all’intero ciclo di vita dell’edificio, nonché alla riduzione (fino al 50% in meno) del tempo complessivo di realizzazione dell’opera, dall’avvio al completamento dei lavori.

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Un altro importante indice di crescita è quello rappresentato dalla percentuale di utilizzo del BIM nei progetti gestiti dalle realtà partecipanti all’indagine. Ormai un quarto del campione dichiara di adottare il Building Information Modeling in tutti i progetti, mentre un altro 20% lavora con tale metodologia nella larga maggioranza dei casi. Nessuna sorpresa per quanto riguarda gli ambiti di intervento, che tuttora in oltre il 50% dei casi riguardano progetti d’architettura, con strutture e impianti che si dividono equamente un ulteriore 25%.

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A fronte di questi ed altri elementi di forte positività e consapevolezza del ruolo strategico che il BIM è sempre più destinato a giocare, alcune risposte hanno evidenziato anche le inevitabili criticità e difficoltà che l’utilizzo di questa metodologia comporta per gli operatori e nelle relazioni con il mercato. Rimangono ad esempio perplessità, espresse dal 64% del campione (comunque in calo di 6 punti percentuali rispetto all’edizione 2020), circa il fatto che i clienti non siano ancora in grado di comprendere i vantaggi offerti dal Building Information Modeling, cosa che di conseguenza richiede l’adozione di azioni mirate a diffondere tale consapevolezza anche fra i destinatari/utilizzatori finali dell’opera. Un dato, questo, parzialmente riequilibrato dalla convinzione, espressa dal 55% del campione, che la domanda di adozione del BIM da parte di committenti e clienti sarà destinata in qualche misura ad aumentare nel prossimo futuro, anche grazie agli stimoli normativi del nuovo DM 312/2021.

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