Assobim spiega quali sono le caratteristiche che la committenza deve considerare nella stesura di un capitolato informativo nell’ambito di un appalto BIM.
Se la specifica impostazione concettuale del Building Information Modeling, BIM, tende di per sé a porre l’accento sulla necessità di adottare specifici modelli di gestione informativa, questa valutazione è tanto più valida nel caso della committenza pubblica, che si trova a dover accompagnare questo nuovo e diverso approccio sistemico con tutti gli strumenti necessari alla sua messa in atto. A spiccare in questo ambito è soprattutto l’obbligo in capo alla committenza pubblica di redigere i documenti di indirizzo preliminare e, soprattutto, il cosiddetto Capitolato Informativo.
Un compito complesso, che a partire da una dettagliata conoscenza dei cespiti dovrebbe essere il frutto di una negoziazione ragionata della amministrazione con le componenti tecniche e finanziarie. In questo senso appare di immediata evidenza come riprodurre schemi e documenti già utilizzati in altre occasioni e da altri soggetti, mancanti quindi di informazioni specifiche e misure delle loro performance, pur sembrando una semplificazione ha al contrario come unico esiti il riprodursi delle criticità.
Ulteriori problemi ricorrenti dei capitolati informativi sono la frequente carenza in termini di richieste progettuali in forma computazionale, la genericità di obiettivi e utilizzi della modellazione informativa e una certa approssimazione circa il corrispondente livello di dettaglio geometrico e di sviluppo informativo necessario. Un passo importante verso una gestione strutturata delle informazioni è l’obbligo di redazione da parte delle committenze pubbliche dei capitolati informativi, che vanno sviluppati non solo guardando alle fasi di progettazione e costruzione ma anche alla successiva gestione e manutenzione del bene.
Alla luce di queste considerazioni preliminari, quali sono le caratteristiche che la committenza deve considerare nella stesura di un capitolato informativo?
Essendo documento legato a una commessa, il documento deve naturalmente contenere innanzitutto tutti i dati necessari alla identificazione del progetto nonché i principali riferimenti normativi, a partire dalla UNI EN ISO 19650 e dal suo corrispondente nazionale UNI 11337. Segue la sezione tecnica, dedicata alle specifiche per lo sviluppo di modelli coerenti con le richieste della committenza a partire dalle indicazioni relative all’infrastruttura hardware e software. Da notare che in caso di appalti pubblici non è possibile imporre ai proponenti l’adozione di un software specifico, cosa invece possibile in ambito privato. Altra importante differenza riguarda le schede di fornitura e scambio dati: ad esempio, in caso di appalto pubblico vanno indicate la versione di IFC richiesta e le Model View Definition da adottare, mentre in ambito privato potranno essere specificati con maggiore precisione aspetti relativi all’impiego di specifici strumenti.
Altri aspetti chiave sono la definizione del sistema di coordinate e le specifiche di inserimento, le prime necessarie alla georeferenziazione, le seconde alla standardizzazione delle regole di modellazione al fine di vincolare l’organizzazione e la strutturazione di dati e informazioni. Rilevante anche il tema del sistema di classificazione e denominazione degli oggetti, che al fine di allineare e coordinare i gruppi di lavoro coinvolti richiede l’adozione di un linguaggio unico per lo scambio di dati e informazioni.
La parte gestionale del capitolato informativo contiene invece tutte le specifiche necessarie al governo del processo, dagli aspetti strategici a quelli relativi alle diverse dimensioni del BIM per arrivare alla definizione delle attività di coordinamento e dei livelli di sviluppo. In genere nella prima parte di questa sezione vengono definiti obiettivi e utilizzi del modello, quali elaborati produrre dal modello e quali da fonti esterne. All’interno della sezione gestionale troviamo anche un aspetto particolarmente critico, vale a dire l’indicazione dei LOD, che a seconda di esigenze e obiettivi possono anche essere diversi pur attenendo alla stessa fase del processo. Da osservare che la norma ISO 19650 ha sostituito il concetto di LOD con i Livelli di Fabbisogno Informativo in vista di una maggiore aderenza alle esigenze della committenza.
Andranno poi definiti ruoli e responsabilità ai fini informativi nonché le indicazioni necessarie per la strutturazione e organizzazione dei modelli, riportate le politiche per la tutela e la sicurezza del contenuto informativo con le relative norme di riferimento, e a seguire la proprietà del modello. Indispensabili inoltre le indicazioni circa aspetti come la modalità di condivisione di dati, informazioni e contenuti informativi, la denominazione dei file e le modalità di programmazione e gestione dei contenuti informativi di eventuali terze parti. A chiudere il capitolato, infine, le richieste relative alle attività di programmazione (4D), le modalità di gestione informativa economica (5D), le modalità di gestione informativa dell’opera (6D) e le modalità di gestione delle esternalità (7D).