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Il formato IFC e l’interoperabilità nella metodologia BIM

Una caratteristica fondamentale della metodologia BIM è la collaborazione tra le diverse figure interessate nelle diverse fasi del ciclo di vita di un’opera.

La progettazione architettonica, strutturale e impiantistica viene eseguita da professionisti differenti: per esempio il progettista architettonico definisce le forme, le geometrie fino ad arrivare al modello 3D; il progettista strutturale si occupa di elementi come travi, pilastri, pareti, fondazioni; ci sarà poi chi si occupa di disegnare gli impianti e definire le attrezzature utili, ma non solo. L’opera dovrà poi essere gestita e manutenuta, oltre che eventualmente dismessa, da altre figure ancora.

Affinché, lungo tutto il ciclo di vita dell’opera, sia possibile inserire, estrarre, aggiornare o modificare le informazioni nel modello, da qualsiasi luogo e da tutte le figure coinvolte, è necessario adottare un “linguaggio comune”, un sistema che consenta l’interscambio dei dati in modo sicuro, senza errori o perdita di informazioni da un passaggio all’altro.

Da questa necessità è nata la scelta di adottare un formato standard: il formato IFC.

Cos’è il formato IFC

L’acronimo IFC sta a significare “Industry Foundation Classes”: è un formato dati aperto, cioè non controllato da un singolo operatore o da una singola software house, nato per facilitare l’interoperabilità tra tutte le figure che a vario titolo sono coinvolte nella realizzazione o gestione di un’opera.

Sviluppato da BuildingSMART International, dal 1997 a oggi IFC è stato provato e testato attraverso molte iterazioni, guadagnando la fiducia in tutto il mondo e diventando il mezzo universalmente riconosciuto per consegnare progetti a livello globale.

L’IFC consente di elaborare tutte le informazioni che riguardano l’edificio in tutto il suo ciclo di vita, a cominciare dall’analisi di fattibilità fino ad arrivare alla sua realizzazione e manutenzione, passando per ogni fase di progettazione e pianificazione.

Grazie all’IFC ogni figura può lavorare con il programma software o con le piattaforme che ritiene più adatte al suo scopo e con cui magari è già abituato. Tutti i dati potranno poi essere condivisi con altri, indipendentemente dalle piattaforme software utilizzate dai destinatari. L’IFC, quindi, dunque è un particolare formato di dati che consente l’interscambio di un modello informativo senza perdita o distorsione di dati o informazioni.

Per quanto riguarda il tipo di informazioni che possono essere gestite dall’IFC, bisogna considerare che ogni oggetto gestito all’interno di un software, una volta convertito in un modello IFC, sarà composto dal tipo di oggetto, dalla sua geometria, dalle sue proprietà e dalle sue relazioni. Oltre agli oggetti che compongono il manufatto, un file IFC include anche tutte le attività richieste per la sua realizzazione, l’analisi della geometria , degli input e le proprietà del risultato.

I vantaggi di un formato standard

Il principale vantaggio offerto dal formato IFC è la possibilità di consentire la collaborazione tra le varie figure coinvolte nel processo di costruzione, permettendo loro di scambiare informazioni attraverso un formato standard.

Questo comporta riduzione dei tempi, integrità delle informazioni, maggiore qualità, riduzione degli errori e in generale un abbattimento dei costi, grazie a dati e informazioni coerenti in fase di progetto, realizzazione e manutenzione.

Il tutto, garantendo la libera scelta del software nel lavoro di progetto a ogni stakeholder che vi è coinvolto.

Interoperabilità e integrazione applicativa sono anche fattori chiave per la realizzazione di sistemi informativi aperti ed interconnessi, necessari per il raggiungimento degli obiettivi di digitalizzazione del comparto delle costruzioni.

In passato, lo scambio di informazioni fra i professionisti coinvolti nel progetto avveniva tramite i “tradizionali” file DWG o DXF, che però avevano una serie di limiti soprattutto in fase esecutiva. Oggi, invece, grazie allo standard IFC è possibile preservare le informazioni geometriche degli oggetti, la loro posizione e tutte le informazioni relative a proprietà e prestazioni dei materiali, ottenendo di conseguenza numerosi benefici a livello di qualità dell’output e ottimizzazione.

Se tradizionalmente, poi, i software specializzati sviluppati per la gestione ed elaborazione dei dati all’interno di specifici settori – e in particolare di quello dell’Architecture, Engineering & Construction – mancavano della capacita di integrarsi l’un l’altro, oggi la trasversalità dell’approccio BIM e la necessità di collaborazione tra diverse figure richiede necessariamente che tutti i soggetti coinvolti possano aver accesso alle informazioni di progetto e di processo.

L’interoperabilità tra i diversi software

Con termine “interoperabilità” in campo informatico si intende la capacita di un sistema di scambiare dati e informazioni con altri sistemi o programmi, il che significa poter “dialogare” in maniera più o meno completa tra software con un’elevata affidabilità, riducendo gli errori e ottimizzando le risorse.

Lo scopo dell’interoperabilità è anche quello di evitare dipendenze fra i diversi software. L’IFC infatti è un formato file aperto, libero. Potremmo definirlo “neutrale”, in quanto non è controllato da singoli produttori software.

Fornendo una interfaccia per l’esportazione e l’importazione conforme allo standard IFC i fornitori di applicazioni software sono in grado di fornire l’interoperabilità con centinaia di altri strumenti ed applicazioni BIM.

Nell’ambito del Building Information Modeling, quindi, l’interoperabilità rende possibile lo scambio di dati contenuti nel modello progettuale di partenza tra piattaforme e applicativi destinati alle diverse funzionalità coinvolte nelle attività. Questa è la caratteristica alla base dell’approccio cosiddetto “openBIM”, utilizzando standard aperti, modelli, dati e informazioni che interagiscono tra loro senza soluzione di continuità, indipendentemente dal software utilizzato.

Attualmente, pur avendo già raggiunto un buon livello di accuratezza e affidabilità, lo standard IFC è in continuo sviluppo per colmare le lacune che ancora possono essere riscontrate in alcuni ambiti disciplinari.

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