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Inart porta il Bim ad alta quota

L’associazione professionale di ingegneri e architetti Inart (INgegneria – ARchitettura – Turismo) nacque a Courmayeur nel 1978 grazie al contributo iniziale dei tre soci fondatori: l’Ing. Pietro Ferraris, l’Arch. Sergio Favre e il Geom. Ferdinando Derriard.

Oggi lo studio Inart annovera una quarantina di professionisti tra soci (13), collaboratori e dipendenti, un tema che copre tutte le diverse discipline professionali. Inart, infatti, si fonda sulle competenze multidisciplinari e complementari delle risorse facenti parte dello studio, con l’intento fin dalla sua nascita di garantire una vasta gamma di servizi specialistici per poter soddisfare al meglio le esigenze di diverse tipologie di committenze e accompagnare il cliente in tutte le fasi caratterizzanti la realizzazione di un’opera.

Da più di vent’anni lo studio Inart usa Archicad per iniziare i primi approcci alla progettazione parametrica e lo sviluppo dei modelli 3D.

Negli ultimi anni lo studio sta portando avanti un percorso di implementazione del Bim e miglioramento del proprio workflow operativo e Archicad ha facilitato l’acquisizione dei nuovi processi lavorativi e nella condivisione dei dati per una maggiore collaborazione.

L’implementazione della metodologia Bim all’interno della nostra realtà – spiega l’Arch. Davide Biboisè passata attraverso una costante analisi rivolta sia al contesto normativo nazionale (UNI 11337) sia a ciò che viene proposto a livello europeo e mondiale. In questa direzione stiamo quindi o apportando delle modifiche che riguardano l’ossatura dello studio. Le energie sono rivolte sia all’affinamento nell’utilizzo degli strumenti di Bim authoring (ARCHICAD per l’ambito architettonico) ma soprattutto, nel redigere una guida procedurale che supporti l’intera gestione del flusso informativo caratterizzante il nostro tipo di attività. Per come è impostata la nostra organizzazione, la gestione e la comunicazione delle informazioni tra le varie risorse coinvolte nel ciclo operativo è alla base per un fluido ed efficace processo lavorativo”.

Inart ha potuto riscontrare le potenzialità di scrittura e lettura del formato aperto internazionale IFC che usa Archicad per la condivisione dei dati e delle informazioni tra tutti i professionisti coinvolti in una commessa.

Il software Graphisoft offre anche la possibilità di usufruire di server condivisi che permettono di seguire ogni fase della progettazione anche da remoto perfettamente in linea con la filosofia Open Bim.

Il concetto di interoperabilità tra ambiti disciplinari è sicuramente l’aspetto in cui si denotano i principali vantaggi della metodologia Bim in fase di redazione progettuale. Attraverso la realizzazione di modelli per ciascuna disciplina, una volta federati, si ha la possibilità di avere un controllo molto più elevato sulle scelte progettuali che si stanno attuando. Il lavoro multidisciplinare acquista un’accezione “predittiva” in quanto si ha la visione in tempo reale delle possibili interferenze che si potranno avere in fase di cantierizzazione. Utilizziamo costantemente il Teamwork su BIMServer per lavorare su uno stesso file in contemporanea. Ciò comporta, oltre ad un abbattimento dei tempi di produzione, un elevato controllo in tempo reale delle modifiche e delle evoluzioni progettuali fatte da ogni membro del team di progettazione”.

Tappa fondamentale del percorso professionale dello studio Inart lo ha segnato il progetto denominato “Convertendo” che ha previsto la demolizione dell’ex stazione funiviaria di Courmayeur per realizzare, con ampliamento volumetrico un edificio residenziale con 21 alloggi, con servizi e finiture di pregio e con 2 piani di autorimessa interrata per totali 42 box. Il nuovo edificio è in classe energetica A+ ed è dotato di centro benessere con palestra, sauna e bagno turco, di lavanderia a gettoni, di ski room e di cantine.

Il nuovo complesso è composto da cinque piani fuori terra e due interrati, gode di una posizione privilegiata all’interno del borgo di Courmayeur, a distanza di pochi metri dal centro pedonale e dalla nuova funivia ed è stato progettato e realizzato in soli 32 mesi.

Essendo stato costruito sul sedime di un edificio preesistente, risalente al 1971, le maggiori difficoltà sono derivate dall’essere attaccato agli edifici adiacenti e confinato, su un lato, dalla rampa di una strada comunale di importanza strategica per la viabilità e quindi di problematica interruzione.

Il territorio di intervento è soggetto a tutela paesaggistica quindi la sfida è stata quella di trovare un equilibrio tra l’impiego di materiali e di forme tradizionali di montagna e le dimensioni, specie in altezza, del fabbricato.

L’impiego di Archicad, racconta l’arch. Davide Bibois – ci ha dato la possibilità di elaborare con  facilità ipotesi planivolumetriche ed estetiche, arrivando gradualmente e per fasi a definire uno stile che fosse apprezzato sia dal committente che dalla Soprintendenza”.

A livello progettuale è stata sfruttata la possibilità di importazione di modelli in IFC derivanti da programmi di analisi strutturale e di progettazione impiantistica per facilitare il controllo sulle interferenze interdisciplinari.

Negli ultimi anni lo studio Inart sta sperimentando l’utilizzo di un laser scanner da cui è possibile estrapolare delle nuvole di punti.

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