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La collaborazione al progetto: il CDE, Common Data Environment

Ambiente Comune di Dati (ACD) o Ambiente di Condivisione dei Dati (ACDat) sono acronimi utilizzati per indicare quello che in inglese prende il nome di Common Data Environment (CDE).

Il CDE può essere descritto come una piattaforma organizzata per la raccolta di informazioni (file, modelli, documenti e elaborati, database, ecc.) che possono essere condivisi, consultati e modificati dalle parti coinvolte nel processo di progettazione, realizzazione o manutenzione di un’opera.

La definizione di CDE in relazione al BIM è stata introdotta per la prima volta dalla norma inglese BS 1192-1:2007 e successivamente aggiornata nella norma ISO 19650-2:2018. È importante sottolineare che il CDE esisteva già prima dell’introduzione del BIM e oggi esistono diverse piattaforme dedicate alla collaborazione su progetti che non sono strettamente legati ai modelli informativi.

Usi e funzioni del CDE

La capacità del BIM di integrare competenze e discipline diverse, combinata con la sua natura digitale e collaborativa, trova naturale applicazione in un ambiente in cui condividere dati e informazioni con gli altri attori interessati al progetto.

Seguendo la definizione e la struttura indicate nella normativa inglese, il CDE si suddivide in quattro aree (Work in Progress, Shared, Published Documentation e Archive), all’interno delle quali i partecipanti al progetto condividono, verificano, revisionano e convalidano le informazioni.

Le specifiche caratteristiche e proprietà del CDE sono definite dalla norma italiana di riferimento, UNI 11337-5, che identifica l’Ambiente di Condivisione dei Dati come il contenitore di tutte le informazioni relative all’opera e dettaglia le sue caratteristiche in termini di accessibilità, tracciabilità dei flussi informativi, supporto per diverse tipologie e formati di dati, recupero di informazioni specifiche tramite query, archiviazione e aggiornamento dei dati, e requisiti di sicurezza e riservatezza dei dati.

In questo ambiente virtuale, i dati, i modelli e tutte le informazioni pertinenti al progetto vengono depositati, elaborati, revisionati, condivisi e pubblicati, garantendo che il flusso delle operazioni sia sincronizzato secondo le regole predefinite. Queste regole sono un aspetto fondamentale del processo, in quanto stabiliscono le modalità operative concordate tra i partecipanti al progetto, tenendo conto dei requisiti e degli obiettivi definiti dal committente.

Proprio il Decreto Ministeriale n. 560 del 2017 specifica che i flussi informativi che coinvolgono la stazione appaltante devono svolgersi nell’ACDat. Il Decreto, in particolare, sottolinea anche come l’ACDat sia uno strumento per migliorare la trasparenza e l’efficienza dei flussi e delle informazioni legate alla gestione di un contratto, stabilendo i requisiti con specifico riferimento alla sicurezza informatica e alla protezione della proprietà intellettuale e dei dati personali.

I requisiti di una piattaforma Common Data Environment

Secondo la norma UNI per l’ACDat, un Ambiente di Condivisione dei Dati deve avere requisiti precisi:

  1. Accessibilità: L’ACDat deve essere accessibile a tutti gli attori coinvolti nel processo, secondo le regole prestabilite.
  2. Tracciabilità: Deve essere possibile tracciare e registrare le revisioni apportate ai dati contenuti nell’ACDat, consentendo di seguire la successione storica delle modifiche.
  3. Supporto di formati e elaborazioni dati: L’ACDat deve supportare una vasta gamma di formati di dati e consentire elaborazioni specifiche su di essi.
  4. Interrogazione dati: Deve garantire alti flussi di interrogazione dati e facilità di accesso, archiviazione ed estrazione delle informazioni. Si devono utilizzare protocolli aperti per lo scambio dei dati.
  5. Conservazione e aggiornamento: L’ACDat deve garantire la conservazione dei dati nel tempo e la possibilità di effettuare aggiornamenti.
  6. Sicurezza: Deve garantire la riservatezza e la sicurezza dei dati contenuti nell’ACDat.

Oltre all’ACDat, la norma UNI 11337 prevede anche l’implementazione di una piattaforma collaborativa aziendale. Questa piattaforma può essere utilizzata come contenitore per librerie, template e altri standard che costituiscono il know-how aziendale.

Il ruolo del CDE Manager

In Italia la figura preposta a verificare il corretto funzionamento del CDE e a operare su di esso è il CDE Manager, il cosiddetto Gestore dell’ambiente di condivisione dei dati, profilo professionale introdotto dalla norma UNI 11337-7.

Il suo ruolo principale è garantire il corretto funzionamento del CDE e promuovere l’efficace utilizzo dello stesso da parte di tutti gli attori coinvolti nel processo di progettazione, costruzione o manutenzione di un’opera.

Il CDE Manager svolge diversi compiti fondamentali. In primo luogo, si occupa della configurazione e dell’allestimento del CDE. Questo significa definire i parametri, le regole di accesso e le autorizzazioni per gli utenti, garantendo che il CDE sia strutturato in modo organizzato e conforme alle esigenze del progetto.

Inoltre, si preoccupa della gestione dei dati all’interno del CDE, dell’organizzazione, l’archiviazione e l’aggiornamento dei documenti e dei modelli digitali, in modo che siano facilmente accessibili e tracciabili da tutti i membri del team di progetto. Il CDE Manager può anche svolgere il ruolo di coordinatore delle revisioni e delle modifiche apportate ai dati, garantendo che siano correttamente registrate e documentate.

Un altro compito del CDE Manager è promuovere l’adozione e l’utilizzo efficace del CDE da parte di tutti i partecipanti al progetto. Ciò può includere la formazione e la consulenza per gli utenti, fornendo linee guida e procedure per l’uso del CDE e incoraggiando una cultura di collaborazione e condivisione delle informazioni.

Infine, il CDE Manager si occupa della sicurezza e della riservatezza dei dati nel CDE. Questo implica l’implementazione di misure di protezione dei dati, come l’autenticazione degli utenti, il controllo degli accessi e la crittografia, al fine di garantire che le informazioni sensibili siano protette e accessibili solo a chi ne ha il diritto.

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