Home BIM Nuove prospettive dell'integrazione BIM – GIS (Seconda parte)

Nuove prospettive dell’integrazione BIM – GIS (Seconda parte)

Assobim spiega come GIS e BIM rappresentino due diverse prospettive relative a un’opera destinate tuttavia a integrarsi reciprocamente, e con ampie possibilità di interazione.  

Uno degli ambiti più interessanti dell’integrazione fra BIM e GIS è quello dello sviluppo urbano e delle cosiddette facilities. Non è raro che le città oggi riscontrino vari problemi di sostenibilità e resilienza nello sviluppo e ammodernamento delle loro infrastrutture; la necessità di una migliore progettazione è quindi evidente, e questo a sua volta richiede un’ottimizzazione dello scambio di dati tra BIM, CAD e informazioni geospaziali GIS.

Essere in grado di collocare un progetto nel contesto della sua effettiva localizzazione geografica elimina infatti la maggior parte dei rischi che si presentano quando si progetta e si costruisce, ad esempio, una nuova strada, dando spazio a valutazioni anche di natura economica, sociale, ambientale o di altro tipo. Queste ultime trovano una solida base proprio nei dati geospaziali forniti dal GIS, consentendo ai pianificatori di prendere in considerazione dati come quelli relativi alle precipitazioni, ai sottoservizi e così via grazie all’integrazione di tali dati come elemento di progetto.

Tali considerazioni, peraltro, non riguardano la sola fase di costruzione, in quanto l’integrazione tra BIM e GIS è altrettanto impattante sul patrimonio costruito. Poter disporre dell’intero modello utilizzato per creare una struttura specifica invece di un semplice insieme di dati post-costruzione creati manualmente ne consente infatti il riutilizzo nell’arco dell’intera vita utile della struttura stessa.

Le Smart City, termine oggi utilizzato per definire il complesso di strategie di pianificazione urbanistica volte all’ottimizzazione e all’innovazione dei servizi pubblici così da mettere in relazione le infrastrutture materiali delle città con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita, sono divenute uno dei più interessanti ambiti di sviluppo dell’integrazione BIM – GIS, in particolare come strumento di ottimizzazione delle performance di edifici e infrastrutture, monitoraggio del loro stato di salute, miglioramento dell’accessibilità di alloggi e servizi, gestione del traffico e dei trasporti, e più in generale come risposta all’esigenza di uno sviluppo urbano più sostenibile.

Non a caso in questo ambito si sta iniziando a parlare di City Information Modeling, evoluzione concettuale che facendo interagire la metodologia BIM con il più sperimentato GIS ne integra le informazioni in una più ampia visuale pianificatoria d’ambito territoriale. Ma al di là delle definizioni, in continua evoluzione, quali sono le opportunità insite nella trasposizione dell’approccio BIM a una scala che non è più solo quella del singolo edificio o infrastruttura?

La prima e più intuibile è l’inserimento delle informazioni in un contesto più ampio, che non solo ne aumenta le possibilità di utilizzo ma ne modifica anche la lettura. Se infatti il BIM consente a progettisti, imprese e finanziatori di approcciare e gestire tutti gli aspetti dello sviluppo di un progetto lungo il suo intero ciclo di vita attraverso un utilizzo dei dati conchiuso nell’ambito del singolo intervento, l’allargamento di questa visuale consente di inserire tali informazioni in una scala geospaziale più ampia, analizzarne le interazioni e, di conseguenza, modellare il progetto anche in funzione del contesto locale in cui quest’ultimo è destinato a inserirsi.

Un secondo aspetto del BIM le cui potenzialità vengono ampliate da questo allargamento di visuale è la sua natura collaborativa. La cooperazione fra più soggetti e la costante condivisione delle informazioni di cui ognuno di essi è portatore ottimizza e migliora i processi decisionali e di sviluppo dell’opera, ma il linguaggio e ambiente di lavoro comuni abilitati dal BIM possono essere estesi a una scala decisamente più ampia, sia dal punto di vista materiale che disciplinare: la condivisione e l’utilizzo di dati provenienti da diversi ambiti urbani in un’ottica collaborativa permette infatti non solo lo sviluppo di singoli interventi immobiliari ma anche la progettazione coordinata di più edifici e, salendo di scala, di intere aree cittadine, lo sviluppo dei relativi servizi urbani, fino ad arrivare alla programmazione della gestione e manutenzione del patrimonio urbano.

Il miglioramento dei servizi pubblici derivante dall’integrazione di informazioni e analisi in tempo reale nei loro processi di gestione, in particolare, è una delle caratteristiche centrali delle smart city che possono trarre grande vantaggio dalle modalità di raccolta e utilizzo dei dati propri dell’approccio BIM; basti pensare, ad esempio, all’integrazione dei dati relativi alla pressione abitativa con quelli sul traffico e la domanda di parcheggi pubblici.

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