Clash Detection: significato e utilizzo nei progetti BIM

clash detection

Nel workflow BIM moderno la clash detection è uno strumento indispensabile per garantire coerenza tra le discipline, efficacia nella costruzione e qualità progettuale. Come individuare e risolvere interferenze nel modello federato durante le fasi di lavoro

Nel contesto attuale dell’edilizia digitale, il concetto di clash detection assume un ruolo centrale nella qualità e nella fattibilità dei progetti BIM. Questa procedura consente di rilevare in anticipo le interferenze e i conflitti fra elementi di modelli multidisciplinari, prima che queste si traducano in problemi sul cantiere. Grazie al modello federato BIM, è possibile unire i contributi progettuali di architettura, strutture, impianti e altre discipline e sottoporli a controlli incrociati, così da anticipare conflitti che altrimenti emergerebbero solo durante la costruzione vera e propria.

La clash detection consiste nel confronto automatico dei modelli disciplinari già sviluppati, identificando sovrapposizioni fisiche o non conformità spaziali tra componenti. I conflitti possono manifestarsi come collisioni reali, come quando un tubo attraversa una trave (hard clash), oppure come violazioni di tolleranze e spazi operativi (soft clash), oppure ancora come problemi legati alla sequenza esecutiva (workflow clash). L’analisi impiega strumenti software dedicati che applicano criteri predefiniti per analizzare i volumi dei modelli e rilevare le inconsistenze. Una volta identificati i punti di interferenza, viene generato un report che può essere condiviso con il team di progetto per intervenire sulle correzioni necessarie.

La semplice rilevazione non è sufficiente: il vero valore del clash detection emerge se integrato in un clash management strutturato. Ciò implica assegnare uno stato alle collisioni (nuove, attive, esaminate, risolte) e orchestrare una serie di iterazioni di coordinamento fra le discipline. Durante questi cicli, ciascun conflitto viene analizzato, discusso e risolto con modifiche progettuali, riallocazioni o negoziazioni fra specialisti. Importante è che il processo non sia un’azione finale, bensì uno strumento continuo applicato con regolarità in tutto l’avanzamento del modello BIM.

L’introduzione sistematica della clash detection apporta benefici concreti di costo, tempo e qualità. Risolve errori già in fase digitale, riducendo variazioni inattese in cantiere e limitando gli interventi correttivi costosi. Favorisce una comunicazione più efficace fra team disciplinari, perché tutti lavorano sullo stesso modello federato su cui emergono visualizzazioni condivise del conflitto. Inoltre, migliora l’affidabilità del progetto e la sua operatività futura, minimizzando rischi di inefficienze strutturali, interferenze impiantistiche o problemi di manutenzione.

Per trarre il massimo vantaggio dal clash detection è fondamentale adottare alcuni accorgimenti metodologici. È utile impostare una matrice di clash che definisca le discipline da confrontare, stabilendo priorità e soglie di tolleranza. Le analisi dovrebbero essere pianificate regolarmente ogniqualvolta i modelli disciplinari vengono aggiornati. I criteri di confronto devono essere condivisi fra i team per evitare falsi positivi e garantire che le verifiche restino pertinenti. È utile inoltre agganciare i report con formati interoperabili in modo che il passaggio dall’individuazione al modello BIM sia fluido.

Infine, l’approccio proattivo della clash avoidance – ovvero la prevenzione delle collisioni già durante la modellazione — diventa un complemento strategico alla clash detection: anticipare le interferenze attraverso standard condivisi e processi collaborativi riduce la quantità di errori da risolvere dopo.

Solo quando il controllo delle interferenze diventa un’attività integrata e iterativa, diventa possibile trasformare i modelli digitali in progetti reali sicuri, efficienti e coordinati.

 

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