La realtà aumentata può essere uno strumento molto utile in diversi campi e l’architettura non fa certamente eccezione.
Non sarebbe comodo avere anche quando ci troviamo sul campo, lontani da qualsiasi computer, sempre davanti agli occhi – letteralmente – le informazioni contenute in un sistema BIM? È esattamente quello che consente di fare lo Smart Helmet di Daqri, che non ha la comodità di alcuni futuribili smart glass ma ha il vantaggio di essere un prodotto in fase concreta di sviluppo e tra l’altro con una certa potenza elaborativa.
Rispetto ad altre soluzioni, lo Smart Helmet è studiato in modo specifico per applicazioni industriali, quindi il suo aspetto decisamente poco “stylish” e il costo elevato (la stima è intorno ai 15 mila dollari) hanno una importanza relativa rispetto ai vantaggi che può portare. In campo architetturale il collegamento con un sistema BIM è solo il primo passo, spiegano i suoi sviluppatori, perché le informazioni a cui può accedere sono potenzialmente di ogni tipo.
Dal punto di vista tecnico lo Smart Helmet è un vero e proprio computer da indossare. Integra un processore Intel Core m7, necessario per gestire le applicazioni di realtà aumentata dando le giuste prestazioni.
Dispone poi di tre videocamere: una con un ampio campo di inquadratura (166 gradi) per valutare l’ambiente dove si muove chi indossa il casco, una Intel RealSense per la valutazione delle distanze e una termica. Il display su cui vengono proiettate le informazioni in AR è progettato per essere particolarmente resistente, adatto alle applicazioni industriali.
L’interfaccia di controllo dello Smart Helmet è completamente a mani libere perché un controllo con gesture (muovendo le mani davanti alla telecamera) non è stato giudicato abbastanza affidabile e nemmeno praticabile in ambienti a rischio come i cantieri.
A fare da “mouse” è lo sguardo di chi indossa il casco: se resta fisso per qualche secondo su un particolare elemento virtuale o su un oggetto fisico, è come se questo fosse stato selezionato.
Lo Smart Helmet è ancora in fase di sviluppo ma sono già in corso i primi test sul campo, ossia direttamente nei cantieri. Il sistema è stato integrato nativamente con Autodesk BIM 360, ma va considerato più genericamente come una piattaforma per cui sviluppare applicazioni di qualsiasi genere.
Sinceramente è la nuova realtà del mondo. Ma per fortuna io non ho un cantiere o una tomaia.
Che ok. Una grande tecnica di lettura di pensiero.