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Human Technopole, progetto ad alta tecnologia per il polo biomedico

Il quartier generale della Fondazione Human Technopole sarà un edifico iconico e trasparente, una sede innovativa e sostenibile di un’istituzione interamente dedicata al benessere dell’uomo, in cui la tecnologia e il Bim saranno palpabili. Il palazzo ospiterà strumenti e tecnologie all’avanguardia che verranno messi a disposizione della comunità scientifica per promuovere progetti di ricerca condivisi e collaborazioni con istituti europei ed internazionali.

La nuova sede di Human Technopole sorgerà vicino all’Albero della Vita, nel cuore del MIND Innovation District – l’ex area di Expo 2015, oggi oggetto di riqualificazione urbana.

Lo scorso 3 aprile è stato proclamato il vincitore del concorso internazionale per la progettazione del nuovo edificio: si tratta dello studio di architettura milanese Piuarch, già noto per la realizzazione di numerosi interventi sul territorio urbano ed extra-urbano e utilizzatore di metodologia Bim.

Il bando per la progettazione di Human Technopole è stato pubblicato sul sito di Arexpo e sulla piattaforma Concorrimi.it.

La gara si è svolta in due fasi consecutive, entrambe con procedura anonima: nella prima, sono stata individuate le sette migliori proposte tra le 30 presentate, nella seconda è stato selezionato il vincitore.

L’edificio farà parte del Campus Human Technopole insieme a Palazzo Italia e ai Padiglioni Nord e Sud che avrà una superficie complessiva superiore a 11 mila metri quadrati.

Al suo interno sorgerà l’avveniristico fabbricato di 10 piani, alto 61 metri, che ospiterà laboratori per la ricerca scientifica e comprenderà 800 postazioni di lavoro per i ricercatori, oltre ad ampi spazi comuni, sale riunioni e aule destinate a corsi di formazione.

Un campus scientifico di 55 mila metri cubi di superficie – 35 mila dei quali destinati al nuovo istituto – sarà intervallato da aree versi e spazi pensati per la condivisione e lo scambio di idee.

Con un investimento di 94,5 milioni di euro si prevede il completamento delle infrastrutture entro il 2024, 1100 giorni (circa tre mesi) saranno dedicati alla realizzazione dell’headquarter.

L’elemento di connessione fra il nuovo fabbricato e le architetture già esistenti sarà la vasta piazza destinata a verde pubblico: un ampio spazio aperto dal quale si potrà raggiungere l’edificio che sarà sollevato da terra proprio per poter essere attraversato come se di trattasse di una grande piazza coperta, un luogo di incontro e condivisione.

Questa costruzione trasparente diventerà il quartier generale dello Human Technopole, l’istituto italiano di ricerca per le scienze della vita che svilupperà approcci personalizzati a medicina e nutrizione per contrastare cancro e malattie neuro-degenerative, integrando genomica, analisi di big data e lo sviluppo di nuove tecniche diagnostiche.

Qui verrà formata la prossima generazione di ricercatori. Vi lavoreranno scienziati con expertise e competenze diverse con strumenti e tecnologie all’avanguardia che verranno messi a disposizione della comunità scientifica per promuovere progetti di ricerca condivisi e collaborazioni con istituti europei ed internazionali.

Un luogo fluido di connessione e interazione

Due volumi funzionali e flessibili racchiusi da un’unica pelle di colore bianco, a bande verticali che si svilupperanno un unicum interconnesso fino ad arrivare al tetto: i primi nove piani saranno occupati da laboratori e uffici, mentre l’ultimo livello ospiterà zone ristoro, aule per attività formativa, uffici dirigenziali e le terrazze con l’accesso diretto alla copertura verde.

Il progetto dello Human Technopole Headquarters e il Campus si organizza attorno a i tre spazi che formano una sequenza ininterrotta dal piano terra fino alla sommità dell’edificio: questi sono un parterre attrezzato, una piazza coperta e un giardino pensile.

Il parterre, a livello del suolo, mette in relazione il nuovo edificio con le altre architetture del Campus, tra cui Palazzo Italia, il Padiglione Nord e il Padiglione Sud. Da questo spazio all’aperto, che prosegue in parte anche sotto l’edificio, si accede senza soluzione di continuità all’ampio atrio, completamente vetrato, e da qui alla piazza coperta.

Quest’ultima è il vero e proprio cuore dello Human Technopole Headquarters, sul piano funzionale, relazionale e simbolico. Da un lato, questo gigantesco vuoto a tutt’altezza, inondato di luce naturale, è attraversato da un sistema di rampe e passerelle che connettono tutti i livelli dell’edificio. Al tempo stesso, la piazza coperta, su cui affacciano tutti gli uffici e i laboratori, è uno spazio cruciale d’interazione e di scambio di idee: la gradinata centrale e diverse aree d’incontro ne fanno un luogo ideale per il dialogo tra i ricercatori.

Il giardino pensile è il naturale complemento della piazza coperta: qui, il “campus verticale” introverso si apre al suo intorno e alla città e il caratteristico profilo spezzato del suo coronamento rende lo Human Technopole Headquarters una presenza fortemente riconoscibile, una nuova icona architettonica per il futuro MIND Milano Innovation District.

Attorno alla spina dorsale composta da questi tre spazi pubblici e collettivi, gli uffici e i laboratori si organizzano in due blocchi compatti e distinti, entrambi paralleli alla piazza coperta. Al loro interno, la distribuzione è impostata su criteri di massima ottimizzazione e flessibilità.

Tornando al parterre, il progetto del piano terra è importantissimo per due ragioni: la prima, costruire una relazione tra edifici che altrimenti rischierebbero di essere percepiti come frammenti isolati e, la seconda, moltiplicare le pratiche e gli usi possibili all’interno dello spazio pubblico, per scongiurare l’effetto-deserto. Il parterre attrezzato del Campus Human Technopole prosegue, virtualmente senza soluzione di continuità, nei piani terra di tutte le architetture che vi si affacciano: al di sotto del nuovo Human Technopole Headquarters, con un anfiteatro coperto, ma anche all’interno di Palazzo Italia. All’interno di questo spazio sostanzialmente unitario, le variazioni di pendenza e di materiali (verdi e minerali) suggeriscono la presenza di aree utilizzabili per attività diverse.

Passando dal parterre alla piazza coperta e arrivando al giardino pensile, si percorre uno spazio che mette in connessione pubblico e privato, esterno ed interno, edificio e paesaggio.

Progettazione ad alta innovazione

Il bando internazionale aveva esplicitamente richiesto ai partecipanti lo sviluppo del progetto in Bim e la realizzazione del nuovo edificio con l’utilizzo di tecniche all’avanguardia finalizzate alla riduzione dei tempi di costruzione e dei costi, nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale. Tra i requisiti previsti del nuovo edificio, l’architettura innovativa e un design urbanistico di alto livello che si integrasse in maniera armonica nell’insieme complessivo di Mind, oltre alla realizzazione con tecniche costruttive d’avanguardia, capaci di ridurre costi e tempi di costruzione e il più possibile sostenibili dal punto di vista ambientale.

Non un edificio tradizionale, certamente, ma uno smart building con tutte le caratteristiche del caso: i diversi componenti dovranno dialogare costantemente tra di loro, grazie alla tecnologia IoT, quindi saranno automatizzati, di facile gestione, flessibili e a basso consumo.

Per la sua costruzione è previsto l’utilizzo di materiali smart e di processi e soluzioni tecnologiche costruttive innovative, allo scopo di garantire l’industrializzazione del processo, la prefabbricabilità, la modularità e l’efficienza di realizzazione. Un altro requisito, previsto dal bando per questo progetto, era la garanzia di massima durabilità nel tempo della costruzione con necessità di manutenzione ordinaria e straordinaria limitate.

Lo Human Technopole Headquarters è stato concepito anche come un ecosistema altamente sostenibile.

Le superfici verdi al livello del suolo e in quota permettono la gestione corretta delle acque piovane e l’involucro dà un contributo significativo alla sostenibilità ambientale dell’edificio

Infatti, il progetto prevede l’implementazione di una grande quantità di impianti fotovoltaici sia sulle coperture, sia sui vetri delle facciate. Una soluzione che consente un apporto significativo al fabbisogno energetico dell’edificio e in perfetta simbiosi con l’ambiente. I frangisole orientati che scandiscono i prospetti calibrano l’apporto della luce solare nei diversi periodi dell’anno.

Oltre a Piuarch, al progetto hanno partecipato 3TI Italia per la parte strutturale, Seingim per quella impiantistica, J+S per le infrastrutture, Archimi per il progetto urbano.

Èevidente come, in un contesto di progettazione così complesso e articolato, l’utilizzo del Bim sia stata una scelta indispensabile, al di là dell’esplicita richiesta dichiarata nel bando.

Diversamente, non sarebbe stato possibile ottimizzare la gestione e il coordinamento fra le varie discipline e competenze tecniche che sono state coinvolte in questo processo.

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