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Milano, a City Life è in arrivo un’onda in Bim

A Milano il nuovo progetto CityWave è un’architettura studiata per essere visivamente di forte impatto, ma soprattutto per mettere al centro i concetti di vivibilità, sostenibilità ed efficienza.

Lo scorso 8 settembre sono iniziati i lavori per la realizzazione di quello che in molti avevano definito il “grattacielo orizzontale”, un edificio-portale che andrà a completare l’intervento di riqualificazione dell’area ex Fiera Campionaria di Milano.

Qualità della vita e rispetto ambientale sono le parole-chiave che hanno guidato il progetto, nato da una competizione internazionale a inviti.

Il nuovo complesso direzionale si inserirà armoniosamente accanto alle tre famose torri (Hadid, Liberskind e Isozaki) e sarà costituito da due edifici collegati da una struttura curvilinea – sinuosa e leggera – rivestita con una superficie di circa 11.000 metri quadrati di pannelli solari in grado di fornire una produzione energetica stimata in 1.200 MWh all’anno, grazie ad una potenza installata di quasi 2 MWh.

Una struttura quindi che, di fatto, diventerà il più grande parco fotovoltaico di Milano e uno dei più importanti parchi fotovoltaici urbani d’Italia. Questa scenografica copertura “a onda” – da qui il nome CityWave – renderà possibile anche la raccolta e il riutilizzo delle acque piovane, oltre a fornire una vasta area coperta di verde pubblico, fruibile in tutte le stagioni. Inoltre, l’edificio – alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili – è stato progettato per consumare il 45 per cento in meno di energia rispetto agli uffici standard, attraverso soluzioni come l’uso termico dell’acqua di falda, con un risparmio di 520 tonnellate di CO2 all’anno, pari alle emissioni assorbite da 20.000 alberi.

Milano

Il progetto CityWave – firmato dallo studio di architettura danese Big – Bjarke Ingels Group) – ha già ottenuto la precertificazione LEED con una classificazione di livello Platinum.

Si tratta di un’operazione da 170 milioni di euro di importo lavori che, secondo le previsioni, sarà completata entro la fine del 2025 e, comunque, certamente prima delle Olimpiadi Milano-Cortina.

«Abbiamo subito immaginato – ha dichiarato Bjarke Ingels progettista e fondatore dello studio Big, durante la cerimonia di avvio del cantiere – che avremmo perso in partenza nel confronto con le tre verticali. Da qui l’idea di un’architettura studiata pensando ai servizi e alla qualità della vita del quartiere e della città, costruendo così un concept che tiene conto anche della longevità delle architetture contemporanee. I pannelli solari alimentano gli ambienti di lavoro interni, mentre la parte inferiore in legno crea una copertura per una nuova area pubblica. Come un’interpretazione contemporanea della Galleria Vittorio Emanuele II, il tetto fotovoltaico di CityWave offre ai cittadini di Milano uno spazio urbano ombreggiato e riparato per vivere appieno questa nuova zona vivace della città».

Questo complesso direzionale di ultima generazione si compone di due edifici gemelli, ma di dimensioni diverse: CityWave West si sviluppa su 20 piani fuori terra, di cui 17 a uso uffici, tre a ristorante-sky bar e un piano tecnico. Al piano terreno si collocano una serie di servizi comuni e il centro conferenze composto dall’auditorium principale di quasi 300 posti e tre sale secondarie di differenti capacità. CityWave East si sviluppa, invece, su 10 piani fuori terra, di cui 9 destinati a uffici, per un’altezza di 58 metri. Al piano terreno e al primo è prevista la realizzazione di un atrio con giardino d’inverno e di una serie di servii. Al decimo piano, ci sarà una terrazza panoramica con affaccio sul centro della città.

In una realizzazione così articolata e complessa il Bim è stato utilizzato da architetti e ingegneri in molte aree del processo di progettazione e costruzione: dalle prime fasi di design concettuale al lavoro in loco. Una metodologia che si è rivelata immensamente utile per orchestrare un processo di coordinamento olistico con il contributo della maggior parte degli attori coinvolti.

In termini più concreti, oltre che come strumento di progettazione collaborativa e di coordinamento, il Bim è stato usato per il Clash Detection, il controllo della fedeltà delle informazioni, la piattaforma di analisi dei costi e altro ancora.

«Abbiamo utilizzato il Bimin molte aree del processo di progettazione e costruzione – afferma Deyan Nenov, Bim Manager, di BIG-Bjarke Ingels Group – dalle prime fasi di progettazione concettuale al lavoro in loco. Il Bim è stato immensamente utile per orchestrare un processo di coordinamento olistico con il contributo della maggior parte delle parti interessate. Per parlare in termini più concreti, oltre che come strumento di progettazione collaborativa e di coordinamento, il Bim è stato usato per il Clash Detection, il controllo della fedeltà delle informazioni, la piattaforma di analisi dei costi e altro ancora».

1 COMMENTO

  1. Progetto molto ambizioso, ma ritengo stupendo, darà senza dubbi una marcia in più a tutta l’area City Life.
    Tutto realizzato in maniera sostenibile è una realtà fantastica e poi alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili, veramente un progetto per la città di grande rispetto per tutto dalla efficenza al suo unico design rivoluzionario.

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