Sette chilometri di “nastro” di plastica arrotolato su se stesso a creare una struttura che non sembra avere una logica apparente ma che nonostante ciò offre una sensazione di armonia: parliamo di Thallus, una installazione creata da Zaha Hadid Architects e vista, tra l’altro, anche alla Design Week di Milano.
A metà strada tra scultura, artefatto e oggetto di design, il progetto di Zaha Hadid è in realtà un esempio di cosa si può ottenere unendo il design parametrico con la stampa 3D.
La struttura di Thallus è fisicamente realizzata dalle convoluzioni di un nastro di PLA, materiale plastico che si usa comunemente nella stampa 3D.
A parte la base della struttura, il resto è stato realizzato grazie a un sistema di stampa 3D a sei assi che muovendosi variamente nello spazio ha generato e posizionato il nastro.
La forma ottenuta da Zaha Hadid ricorda quella di alcuni vegetali, come ad esempio la calla, e infatti thallus è il termine greco usato per indicare le piante la cui struttura passa senza distinzione dallo stelo al fiore o alle foglie.
Le variazioni nella posizione e nella curvatura del nastro lungo i suoi sette chilometri sembrano casuali ma sono in realtà un’applicazione di design parametrico.
Il nastro ha un andamento di base i cui parametri (come la “densità” e la curvatura) sono stati variati automaticamente mentre il nastro stesso veniva stampato, usando algoritmi basati su elementi come la distanza dai bordi della struttura, la direzione di stampa e ovviamente i requisiti di stabilità di tutta la struttura.
Anche la forma generale di Thallus è legata a elementi di design parametrico, il che contribuisce alla sua sensazione di armonia.
Una delle condizioni matematiche poste allo sviluppo della struttura è che “rivestisse” una (immaginaria) superficie rigata.
Si tratta di un tipo di superficie geometrica generata dal movimento di una retta nello spazio intorno a un asse e che trova numerose applicazioni in architettura.