Home Pubblica Amministrazione Il rapporto fra la direzione dei lavori e il Bim

Il rapporto fra la direzione dei lavori e il Bim

Come cambia l’ufficio di direzione dei lavori, in relazione pure al coordinamento per la sicurezza in fase di esecuzione, alla sorveglianza sanitaria e alla eventuale commissione di collaudo in corso d’opera, specie nell’ambito dei contratti pubblici, con la digitalizzazione?

La prima, più immediata, risposta riguarderebbe il fatto che gli applicativi disponibili possano rendere più accurati e tempestivi i compiti della direzione dei lavori sotto molti profili: dal controllo qualitativo a quello contabile, passando attraverso il monitoraggio dello stato di avanzamento dei lavori e l’accertamento delle condizioni di regolarità dei lavoratori presenti in cantiere.

In più, l’obiettivo finale della direzione dei lavori e, soprattutto, della committenza, consisterebbe nel disporre, al termine dei lavori, di un corredo informativo attendibile per la successiva gestione e manutenzione dei cespiti, anche in vista del passaggio dei contenuti informativi dall’ambiente di condivisione dei dati al gemello digitale.

Se le cose stessero effettivamente così si intuirebbe subito come sarebbe necessario adottare un approccio sistemico, nonché sistematico, attuabile attraverso una vera e propria piattaforma, «condivisa» colla propria controparte contrattuale.

La possibilità di effettuare (e di registrare) puntualmente gli esiti dei controlli, soggettivi, in termini numerici strutturati, oltre che di condividerli istantaneamente in remoto, acquisendo, al contempo, nuvole di punti con laser scanning e digital imaging, e flussi informativi dai sensori, consentirà alla direzione dei lavori di alimentare semi-automaticamente i documenti della contabilità, dal registro di contabilità allo stato di avanzamento dei lavori.

Il vaglio, preliminare e periodico, dei modelli informativi 4D Bim e 5D Bim sottoposti dalla controparte sarebbe pure, peraltro, significativo alla luce di queste considerazioni.

Si potrebbe, in teoria, supporre, ricorrendo anche alle tecnologie di notarizzazione delle registrazioni legate ai registri distribuiti, di avviare una successiva procedura di innesco della remunerazione che conduca dall’emissione del certificato di pagamento in poi in maniera self executed.

Analogamente, all’interno di una logica di piattaforma, il giornale dei lavori, da documento potrebbe divenire strumento, persino previsionale, essendo l’ambiente in cui opera collegato a una serie di basi dati esterne: si pensi solo a quelle attinenti alla meteorologia, al traffico o al casellario giudiziario.

Ancor prima, il coinvolgimento, sin dagli atti preliminari alla consegna iniziale dei lavori, nell’approvazione della progettazione costruttiva promossa dalla controparte potrebbe essere gestito tramite dispositivo di Business Intelligence in grado di supportare la migliore comprensione dei comportamenti posti in essere dalla controparte, nella gestione della propria catena di fornitura, grazie all’analisi dei modelli informativi consegnati.

Il sistema di supervisione digitale della regolarità lavorativa dei soggetti presenti in cantiere aiuterebbe grandemente la direzione dei lavori a svolgere questa delicata mansione.

Ovviamente, la capacità di accertare in maniera meglio certificabile gli accadimenti sarebbe di grande giovamento, pure nella fattispecie dell’assunzione di responsabilità, in caso di redazione delle perizie suppletive, di sospensione dei lavori, di gestione delle riserve, e così via.

Come si può constatare attraverso una rapida sintesi degli aspetti principali coinvolti, l’operato della direzione dei lavori, anche nell’ottica dei rapporti che intercorrono col responsabile unico del procedimento, ne trarrebbe grande vantaggio.

Tutto ciò detto, appare, sullo sfondo, la vera e propria questione: la relazione occorrente tra responsabile unico del procedimento, direzione dei lavori e direzione tecnica di cantiere si traslerebbe sul piano dei modelli e delle strutture di dati; occorrerebbe, al contempo, assicurare una simmetria informativa adeguata senza ledere il diritto alla riservatezza e alla sicurezza dei dati nell’ambiente di condivisione che, per certo, è destinato a divenire un autentico applicativo gestionale che regoli l’esecuzione del contratto e le connesse controversie.

Il confronto tra le parti nella gestione delle riunioni e il presidio costante del cantiere assumono, quindi, una veste parzialmente differente, poiché convergenze e contestazioni, di là dell’immancabile rimando alle condizioni fisiche, tangibili, di ciò che sta avvenendo, si giocherebbero, collaborativamente o antagonisticamente, sulla architettura dei flussi informativi e sulla estrazione di dati strutturati, semi strutturati e non strutturati.

Di là di esempi già in essere di detection delle non conformità (comportamentali) individuabili attraverso il riconoscimento e l’analisi automatici delle immagini o delle voci, nonché di cybersecurity, della possibilità di intromissione indebita di terzi nel sistema di interconnessione di cantiere o nell’ambiente di condivisione dei dati, è chiaro che la posta in gioco riguardi, in primo luogo, i soggetti e le modalità con cui i modelli informativi disciplinari e aggregati, nonché le basi di dati esterne a essi, ma sincronizzate o collegate, siano configurati.

È palese, infatti, che dalla transizione dai modelli informativi relativi al livello di progettazione detenuto dalla committenza (stazione appaltante o amministrazione concedente) a quelli inerenti alla progettazione costruttiva, effettuata a carico della controparte, discenda tutto il resto.

Il responsabile unico del procedimento e il direttore dei lavori necessiteranno, perciò, di un CDE Management in grado di effettuare, nei casi più avanzati, attività di Predictionbasate sull’applicazione del Machine Learning, ma, anche in circostanze più triviali, l’Information Warfare sarà decisivo.

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