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MilanoSesto: come sarà la nuova smart city

Là dove c’era un grande polo siderurgico, uno dei protagonisti della storia industriale italiana del Novecento, ora sorgerà MilanoSesto una città all’avanguardia, digitale e green.

È il più vasto progetto di riqualificazione urbana in Italia e uno dei più importanti in Europa. Riguarda un’area di 1,5 milioni di metri quadrati a nord di Milano, a Sesto San Giovanni, dove un tempo sorgevano le Acciaierie Falck. Un pezzo di città da anni abbandonato e in disuso che ora punta a diventare un ampio quartiere smart: efficiente, sostenibile, inclusivo e molto verde.

Un progetto articolato e complesso per il quale sono stati investiti 3,5 miliardi di euro. Banca Intesa ha finanziato le opere di bonifica, Regione Lombardia e Hines hanno contribuito ciascuno con 500 milioni.

Il masterplan porta la firma dello studio internazionale Foster+Partners e prevede la realizzazione di ampi spazi verdi (un parco diffuso di 45 ettari), quartieri residenziali, nuove piazze, spazi commerciali, edifici direzionali, ricettivi e di intrattenimento che si integreranno con le architetture industriali storiche del luogo che verranno riconvertite.

Il progetto MilanoSesto punta a produrre “valore urbano”, oltre che finanziario: il carattere tipico delle città contemporanee, infatti, è sempre più incentrato su nuove modalità di vita urbana con un focus sulla sostenibilità e i criteri ESG, i servizi, le tecnologie e il benessere collettivo. Il progetto prevede un mix unico di funzioni, con un’offerta residenziale innovativa basata su canoni accessibili.

La nuova smart city accoglierà quotidianamente oltre 50 mila persone tra residenti, city users e visitatori, ospitando all’interno del suo perimetro la Città della Salute e della Ricerca, un grande polo pubblico di eccellenza clinica e scientifica costituito dalle nuove sedi dell’Istituto neurologico Besta e dell’Istituto dei Tumori, oltre al nuovo polo ospedaliero e universitario del San Raffaelle.

Un intervento articolato e complesso che si basa su un accordo a lungo termine tra Hines, in qualità di advisor strategico e responsabile dello sviluppo, Milanosesto SpA, proprietaria delle aree e in qualità di implementatore e appaltatore, e Prelios, project e asset manager dell’iniziativa.

Il progetto intende soddisfare i criteri definiti dai Sustainable Developement Goals 2030 delle Nazioni Unite, grazie all’utilizzo di tecnologie d’avanguardia che consentiranno di rispettare i più elevati standard internazionali di sostenibilità, efficienza energetica e qualità della vita.

Innanzitutto, là dove c’erano le fabbriche si prevede la piantumazione di 1.500 alberi che assorbiranno 48 tonnellate di CO2 ogni anno. Il 50 per cento dell’energia utilizzata sarà prodotta da fonti rinnovabili e tutti gli edifici di MilanoSesto rispetteranno i criteri di certificazione LEED Gold e Platinum, LEED Neighbourhood Development e Well. Grazie agli elevati standard edificativi, il fabbisogno energetico dell’area sarà ridotto del 30 per cento rispetto ai sistemi edilizi tradizionali. Inoltre, grazie anche all’utilizzo di fonti energetiche pulite e aree verdi, si eviterà l’immissione di 5.500 tonnellate di CO2 nell’atmosfera (tanta quanta quella emessa da 21.000 auto).

Unione Zero: il primo lotto prende il via

Un’area che copre una superficie lorda di circa 250.000 mq e sulla quale Hines ha investito 500 milioni di euro. Lo stabilimento Unione è stato il primo ad essere costruito dalla Falck nel 1906, anno di fondazione dell’azienda, ed è anche il più grande e importante dell’intero complesso industriale.

Gli scavi sul lotto privato sono iniziati lo scorso gennaio ed entro la fine dall’anno verranno avviate le opere di costruzione. Il completamento dei lavori è previsto per la fine del 2025.Verranno realizzati sette edifici, firmati da quattro eccellenze italiane: Antonio Citterio Patricia Viel (ACPV) per spazi direzionali e un hotel di 250 camere, Barreca & La Varra per le residenze in edilizia convenzionata, Park Associati per lo studentato e, infine, Scandurra Studio Architettura per le residenze libere.  A fianco degli edifici sorgerà un parco di 13 ettari, progettato dallo Studio Land. La società Hines ha coordinato la selezione dei progettisti, mentre la società Prelios è gestore del fondo.

Il progetto di sviluppo comprende un mix unico di funzioni, tra cui alloggi innovativi basati su criteri di accessibilità, servizi speciali per l’individuo e uno schema intergenerazionale di alloggi per studenti, residenze multifamiliari per professionisti e giovani famiglie, oltre ad alloggi per anziani.

Anche gli enormi fabbricati delle ex acciaierie, testimonianza di archeologia industriale, verranno recuperate, valorizzate e riconvertite in nuovi spazi di socializzazione e benessere, diventando parte integrante dell’area restituita alla collettività.

Principio cardine dell’intero progetto è la visione ESG (Environmental, Social and Governance): la sostenibilità sociale, innanzitutto, perché le residenze di Unione Zero disporranno di servizi di valore pensati per target differenti per età (giovani studenti e professionisti, famiglie e anziani), come spazi dedicati a studio, smart working, baby-sitting, fitness. Grazie agli affitti a canoni accessibili il 30 per cento in più dei residenti nelle aree limitrofe potrà accedere ad un’abitazione a prezzi sostenibili che avrà un costo medio inferiore del 50 per cento rispetto a soluzioni comparabili nel Comune di Milano.

Fondamentale anche l’attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica, grazie a certificazioni Leed, Well e Cradle to Cradle e all’impiego di materiali innovativi, come il legno, in linea con i principi di economia circolare. Il fabbisogno energetico dell’area che comprende Unione Zero e la Città della Salute e della Ricerca sarà ridotto del 30 per cento rispetto ai sistemi tradizionali, evitando, ogni anno, anche mediante l’impiego di fonti rinnovabili e la presenza di aree verdi, l’immissione di 5.500 tonnellate di CO2 nell’atmosfera.

Tenuto conto delle complessità progettuali di questo intervento, è stato costituito un tavolo di lavoro cui hanno preso parte tutti i professionisti coinvolti, allo scopo di garantire coerenza tra le varie specializzazioni – architettura, impianti e strutture – e poter coniugare linguaggi progettuali differenti, sempre nel rispetto degli obiettivi di sostenibilità ambientale. Il progetto sarà interamente sviluppato in Bim e, grazie alla modellazione in 3D, verrà assicurato il coordinamento tra le varie discipline specialistiche fin dalle fasi iniziali e la possibilità di valutare gli impatti delle opere sull’ambiente durante il loro ciclo di vita. I quattro studi di architettura italiani svilupperanno quindi un progetto sinergico, in linea con il masterplan di Foster+Partners.

MilanoSesto stazione

Molto più di una stazione

Unione Zero” godrà di una posizione strategica, a ridosso della nuova stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni e della linea metropolitana che collega l’area con il centro di Milano in soli 15 minuti.

I lavori di riqualificazione della vecchia stazione sono iniziati lo scorso luglio e dovrebbero terminare entro giugno 2023. Un intervento che parte dall’idea originaria di Renzo Piano Building Workshop per il Masterplan delle aree Ex-Falck. Il progetto preliminare, definitivo ed esecutivo, è invece dello Studio Ottavio di Blasi & Partners, in collaborazione con la firma di ingegneria milanese SCE Project, responsabile del coordinamento dell’intero progetto e della progettazione integrata (strutturale e impiantistica).

Quella di Sesto sarà stazione a “scavalco” che, configurandosi come una grande passerella sospesa al di sopra dei binari esistenti, consentirà di congiungere due zone della città da sempre separate dalla ferrovia (il nucleo storico e le aree dell’ex fabbrica) e ospiterà servizi e attività commerciali al di sopra dei binari.

La galleria trasparente sopraelevata avrà quindi il compito di “ricucire” i due pezzi di città, residenziale e industriale, che per quasi due secoli non hanno potuto comunicare tra loro. La passerella, lunga 89 metri, diventerà anche il punto panoramico di osservazione su tutto il progetto di MilanoSesto.

Al di sopra del ponte pedonale ci sarà il grande tetto con copertura fotovoltaica in ferro e vetro – di 110 metri × 28 destinata a produrre 100 KWatt – una struttura iconica e leggera che, oltre a fornire l’energia necessaria al funzionamento della stazione, costituisce l’elemento caratterizzante del progetto.

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