Un progetto ardito e visionario che porta il nome di un semplice indirizzo: Pirelli 39, quello cioè del grattacielo che i milanesi chiamano “il Pirellino”, struttura realizzata nel 1966 (e in disuso dal 2015), in passato sede dei servizi tecnici comunali.
Questa torre è collegata a un ponte che attraversa un’importante direttrice nord-sud – via Merchiorre Gioia – da sempre percepito come un elemento di separazione, quasi un muro, tra questa lunga strada piena di traffico (e quartieri limitrofi) e il parco della biblioteca degli alberi che segna, di fatto, l’ingresso nella sfavillante zona di Porta Nuova.
Una frattura urbana che andava colmata, da tempo. Così, nel 2019 la società Coima Sgr lancia un concorso di idee per la riqualificazione e rigenerazione dell’area. Vi prendono parte 70 raggruppamenti con 359 studi di architettura, landscape, urban design e ingegneria.
Lo scorso febbraio vengono proclamati vincitori gli studi Stefano Boeri Architetti e Diller Scofido + Renfro (DS+R), autori, questi ultimi, della riqualificazione della High Line a New York. Due squadre di progettisti certamente accomunate dalla volontà di porre al centro di ogni progetto i temi della sostenibilità ambientale e della relazione fra natura e città.
Pirelli 39, una riqualificazione, tre diversi interventi
Un’idea di rigenerazione urbana che parte dal recupero in chiave innovativa di un edificio esistente, passa attraverso il totale ripensamento e stravolgimento di un ponte e arriva alla realizzazione di una nuova torre green, questa volta in tutti i sensi.
«Il nostro progetto – ha dichiarato Stefano Boeri, architetto e urbanista – riporta in vita un nobile edificio come l’ex Pirellino, propone una torre dove la botanica si intreccia con l’architettura e inventa con il nuovo Ponte/Serra uno spazio verde aperto a tutta la città. In un periodo così difficile, questo progetto rilancia nel mondo la visione di una Milano che scommette sul futuro e affronta con coraggio le grandi sfide della crisi climatica».
Al numero 39 di via Pirelli continuerà, quindi, a svettare il vecchio grattacielo di fine anni‘60 che manterrà anche il carattere architettonico originario, così come la sua vocazione terziaria, ma che subirà un radicale intervento di rinnovamento della dotazione impiantistica e di miglioramento delle prestazioni energetiche.
Oltre ad essere un edificio assolutamente non sostenibile, il Pirellino non è conforme alle norme antisismiche e necessita, quindi, di un adeguamento strutturale che gli consenta di raggiungere parametri adeguati di efficienza, attraverso il superamento degli attuali limiti. Verrà privilegiato così il riuso dell’edificio esistente rispetto all’alternativa di una demolizione e ricostruzione integrale.
Il secondo intervento rappresenta anche uno degli aspetti più visionari del progetto e riguarda la totale trasformazione dell’edificio a ponte che da pesante elemento divisorio diventerà una struttura di collegamento leggera e trasparente, uno spazio aperto per eventi, mostre, esposizioni, tempo libero, e non solo.
Infatti, sarà ribattezzato Green House Bridge è conterrà al suo interno una serra delle biodiversità, dove poter vivere un’esperienza immersiva e interattiva tra svariate specie vegetali. Un ponte che non sarà solo un luogo di incontro e un nuovo hub di servizi per la città, ma anche un’estensione sopraelevata del parco adiacente. All’interno del Green House Bridge sono previsti anche sistemi per riciclare i rifiuti e fornire calore e acqua all’intero complesso.
Impatto ambientale misurabile
La terza parte del progetto Pirelli 39 riguarda, infine, la costruzione di un nuovo grattacielo – questa volta a uso residenziale – che sorgerà dall’altro lato del ponte. Si chiamerà Torre Botanica per la sua facciata completamente rivestita dalla vegetazione: in totale 1.700 metri quadrati di verde, distribuiti su 25 piani di altezza.
Le fioriture cambieranno colore con il variare delle stagioni, ma soprattutto questa enorme quantità di piante – equivalenti a quelle presenti nella Biblioteca degli Alberi – sarà in grado di assorbire 14 tonnellate di CO2 e polveri sottili e di produrre 9 tonnellate di ossigeno l’anno, al pari di un bosco che si estende su una superficie di 10 mila metri quadrati. Sull’edificio – che secondo i programmi dovrà essere realizzato entro la fine del 2024 – verranno installati 2.770 mq di pannelli fotovoltaici che garantiranno l’autoproduzione del 65 per cento del proprio fabbisogno energetico.
La torre avrà una struttura con un cuore in cemento armato, ma tutto il resto verrà costruito con acciaio e soprattutto legno, materiale che consentirà di contenere le emissioni di gas serra.
Inoltre, i 1.800 metri cubi di legno utilizzato per i pavimenti permetterà di risparmiare fino a 3.600 tonnellate di biossido di carbonio nelle fasi di costruzione. L’utilizzo di questo materiale ecologico in così alte percentuali e su un edificio tanto sviluppato in altezza rappresenta una assoluta innovazione non solo in Italia, ma in Europa.
I primi tre piani di Pirelli 39 saranno aperti al pubblico, perché parte integrante del ponte pedonale. Al 19esimo piano è prevista la realizzazione di una pista di atterraggio per i droni.
Impatto ambientale ridotto, continuità con la trasformazione urbana dell’area, attivazione della comunità, relazione fra natura e città fanno di Pirelli 39 il primo progetto italiano interamente misurabile secondo criteri ESG (acronimo di Environmental, Social e Governance): si tratta di parametri consentono di analizzare un investimento non solo dal punto di vista puramente economico, ma anche per il suo impatto ambientale, sociale e di governance.
Tra questi, le certificazioni LEED Platinum, WELL Gold e WiredScore e il raggiungimento di un livello di emissioni di CO2 già allineato con gli obiettivi dell’Unione Europea del 2050.