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Il generative design di Autodesk per Philippe Starck e Kartell

Philippe Starck ha utilizzato l’intelligenza progettuale del generative design di Autodesk per la cocreazione della sua nuova sedia per Kartell.

Come spiega Raymond Deplazes, manager for manufacturing industry communications at Autodesk, con un post sul blog di Autodesk.

Nella sua cinquantennale carriera nel mondo del desing, c’era una cosa che Philippe Stark non aveva ancora fatto: lavorare al fianco di una macchina intelligente in un processo di co-creazione.

La sedia realizzata con l’algoritmo

In occasione del Salone del Mobile, di Milano Starck e Kartell hanno presentato A.I., una sedia realizzata con un algoritmo che rispetta le richieste originali, ovvero essere una sedia confortevole che abbia i requisiti strutturali di resistenza e solidità richiesti per ottenere le certificazioni, e rispetti alcuni canoni estetici di essenzialità e pulizia delle linee.

“Io, Kartell e Autodesk – racconta Philippe Starck nel blog post di Autodesk – abbiamo posto una domanda all’Intelligenza artificiale: A.I., sapresti come far riposare il nostro corpo utilizzando la minor quantità di materiale? L’A.I., senza cultura, senza ricordi, senza influenza, ha risposto solo con l’intelligenza, la sua intelligenza. A.I. è la prima sedia progettata fuori dal nostro cervello, fuori dalle nostre abitudini e da come siamo abituati a pensare. Così, un nuovo mondo si apre a noi. Illimitato”.

A.I, racconta Deplazes, è diverso da qualsiasi altro progetto precedente di Starck: pensato da un essere umano ma co-progettato con un computer attraverso una conversazione iterativa.

Per realizzarlo Autodesk ha fornito a Starck l’accesso a un prototipo di ricerca del suo software di progettazione generativa che è diventato il suo co-creatore.

Ricorda Claudio Luti, presidente di Kartell, che “Quando Philippe mi ha sottoposto la sua idea e i risultati del suo lavoro fatto in collaborazione con Autodesk ho accettato subito la sfida di avviare una produzione industriale su un progetto che per la prima volta non nasce dalla nostra relazione diretta ovvero dalla dialettica tra me e lui in questi trent’anni di collaborazione”.

Il generative design è una tecnologia di esplorazione del progetto che consente a progettisti e ingegneri di inserire i loro obiettivi di progettazione, insieme a parametri quali materiali, metodi di produzione e vincoli di costo.

Il software esplora quindi tutte le possibili varianti di una soluzione, generando rapidamente alternative di progettazione. Esso apprende da ogni iterazione e testa cosa funziona e cosa non funziona.

Il prototipo software utilizzato da Starck include funzionalità che sono ancora in fase di sviluppo da parte del team di Autodesk Research, come le più avanzate tecniche di progettazione assistita dall’Intelligenza Artificiale.

Questo è stato inoltre il primo progetto in cui lo stampaggio a iniezione è stato definito come un vincolo di produzione nella tecnologia di progettazione generativa Autodesk.

La tecnologia di generative design di Autodesk

All’inizio della collaborazione c’è stato un evidente divario tra le aspettative del designer rispetto al livello di creatività del software e ciò che il software era in grado di produrre da solo. Starck si aspettava che il sistema seguisse le sue indicazioni iniziali per poi generare una sedia che assomigliasse il più possibile a ciò che stava immaginando.

Invece il sistema assistito dall’A.I. era molto simile all’apprendimento di un bambino.

Mentre le conversazioni continuavano e Starck diventava più attento alla modalità con cui descriveva ciò che voleva, l’affinamento dei requisiti ha permesse al software di conoscere più precisamente le sue intenzioni progettuali e, infine, di diventare più performante.

Come ha dichiarato Mark Davis, senior director of design futures di Autodesk, presente a Milano alla presentazione del progetto di Kartell e Starck, “Questo processo si è evoluto in una conversazione creativa molto simile a ciò che accadrebbe tra due esseri umani. Ma per arrivarci, abbiamo dovuto colmare il divario di comprensione tra la visione del designer e ciò che una versione intelligente ma ancora immatura del nostro A.I. era in grado di offrire. Nel periodo di conoscenza, Starck ha trasmesso al sistema le intenzioni progettuali mentre l’A.I. cercava di imparare il più possibile, per essere il più utile possibile. Man mano che il rapporto tra i due è maturato, il sistema è diventato un partner collaborativo molto più forte, e ha iniziato ad anticipare le preferenze di Starck e capire il modo in cui gli piaceva lavorare“.

Il lavoro svolto con Kartell e Starck si tradurrà presto in un prodotto commerciale.

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