
Innovazione, formazione e tecnologie digitali ridisegnano la filiera edilizia italiana
Nel 2025 la digitalizzazione del settore delle costruzioni in Italia sta vivendo una fase di consolidamento, più matura rispetto agli anni precedenti anche se ancora lontana da una piena integrazione dei processi digitali lungo tutta la filiera. La spinta verso la transizione tecnologica, dimostrata anche dai risultati pubblicati dell’Osservatorio SAIE, mostra un comparto edilizio in evoluzione, caratterizzato da una crescente fiducia, da investimenti in innovazione e da un approccio più consapevole all’uso dei dati e dei modelli digitali.
Il comparto delle costruzioni ha continuato a contribuire in modo rilevante al PIL nazionale, registrando nel primo semestre del 2025 un incremento del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo l’indagine SAIE-Nomisma, il 43% delle imprese prevede un aumento del fatturato entro fine anno, con livelli di fiducia elevati soprattutto nel settore della progettazione. Tuttavia, permangono criticità strutturali come la carenza di manodopera qualificata e l’eccessiva burocrazia, che rallentano l’adozione delle nuove tecnologie.
La transizione digitale rappresenta un passaggio strategico per migliorare produttività, sostenibilità e qualità dei progetti. Oggi oltre il 70% delle imprese riconosce la necessità di accelerare sull’adozione di strumenti digitali, ma la diffusione effettiva resta disomogenea. L’introduzione del Building Information Modeling ha segnato un punto di svolta nel modo di concepire, gestire e monitorare le opere, integrando progettazione, costruzione e manutenzione in un unico ecosistema informativo. L’interoperabilità tra piattaforme, la gestione dei dati in tempo reale e la collaborazione multidisciplinare stanno ridefinendo il ciclo di vita del progetto, con effetti diretti sulla qualità del costruito e sul controllo dei costi.
La digitalizzazione non può prescindere dalla crescita delle competenze. Secondo l’Osservatorio, il 78% delle aziende investe nella formazione dei dipendenti, con una spesa media compresa tra 500 e 2.000 euro l’anno per persona. L’attenzione maggiore è rivolta alla sicurezza, alla formazione tecnica e alle nuove tecnologie digitali, aree considerate cruciali per accompagnare la trasformazione in atto. Il 54% delle imprese desidera incrementare gli investimenti in competenze digitali e innovative, riconoscendone il valore strategico per la competitività e la qualità dei processi produttivi.
Un ulteriore passo nel percorso di trasformazione è rappresentato dall’intelligenza artificiale, utilizzata stabilmente dal 19% delle imprese e in fase di implementazione da oltre un terzo di esse. Particolare attenzione è rivolta alla formazione delle persone: il 58% delle aziende organizzano corsi in merito all’intelligenza artificiale o hanno intenzione di organizzarne.
Tra i principali ostacoli all’adozione dell’IA c’è la carenza di expertise necessaria per utilizzarla, denunciata dal 56% delle aziende che ancora non la utilizza. Un altro 31% invece dichiara di “preferire lavorare come si è sempre fatto”.
Le applicazioni più diffuse riguardano il marketing, il customer care e la gestione dei dati, ma le potenzialità di integrazione con il BIM sono sempre più evidenti. L’AI consente di automatizzare processi complessi, prevedere criticità di cantiere, ottimizzare la manutenzione predittiva e migliorare l’efficienza energetica degli edifici.
La transizione digitale del settore delle costruzioni in Italia è dunque in corso, sostenuta da investimenti, formazione e una crescente consapevolezza del valore strategico della tecnologia.





