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Università della Basilicata: dalla metodologia Bim nasce un sistema informativo

Con NKE come Autodesk Platinum Partner e Anafyo come technical partner, l’Università della Basilicata (Unibas) ha realizzato un sistema informativo integrato basato interamente su metodologia Bim (Building Information Modeling): durato tre anni, è il forse il primo progetto italiano di gestione mobiliare e immobiliare sviluppato in Bim da un ente pubblico.

Il progetto è nato dall’esigenza di rispondere in modo più efficace alla normativa che chiede alle amministrazioni pubbliche di fornire l’elenco identificativo dei propri beni mobili ed immobili.

I team di Anafyo e NKE hanno riportato tutto il patrimonio mobile ed immobile dell’Università, dislocata su più sedi tra le città di Potenza e Matera, in un modello digitale 3D sviluppato con metodologia Bim basato sul software Autodesk Revit.

Andrea Torre di NKE,, Edoardo Accettulli, direttore generale di Anafyo e Vincenzo Mottola, responsabile tecnico di Anafyo

 

NKE è platinum partner Autodesk e gold partner Hp: ha fatturato 32 milioni nel 2018 con 100 persone, 15 filiali in Italia e 5 in Spagna, serve i mercati manifatturiero, aec, gis, media e entertainment, è protagonista di 120 progetti Bim. Servizio di help desk, training e project management. È certificatore IMCQ.

Lo ha spiegato Vincenzo Mottola di Anafyo.

Il progetto per l’Università della Basilicata è nato per creare un sistema di informazioni, che si trovavano nei file Excel e modelli che permettessero agli uffici di Unibas di parlarsi fra di loro. Due le direttrici di azione: rilievo beni mobili, rilievo di impianti.

Il Bim ha integrato le informazioni da più uffici, partendo da una base cartografica, ricostruendo i modelli. Una volta fatto il rilievo di tutto l’esistente, con riconciliazione dei beni etichettati, tutti gli asset (anche le sedie) sono stati fotografati e etichettati rfid.

Mediante un modello Bim caricati su piattaforma neutra, per consentire l’accessibilità anche a utenti non dell’ufficio tecnico.
Il risultato è stato usato per arrivare a una standardizzazione dei costi delle strutture universitarie.

Per il censimento dei cosiddetti terminali di impianto dalle lampade ai bruciatori, dai telefoni ai pc), Anafyo è partita dall’anagrafica, e sono state prodotte etichette per far parlare i codici. Allo scopo sono state utilizzate stampanti di etichette e palmari. Ogni stanza è stata indicata da QR code e sono state fatte foto sferiche di ogni ambiente.

 

 

Il Bim abilita il bilancio e crea un workflow

Un lavoro di due anni, che ha portato alla modellazione degli asset dell’Università della Basilicata con inserimento delle informazioni sulla base dei principi contabili dell’università, a fini di bilancio.

I modelli, ha spiegato Mottola, «non sono i contenitori delle informazioni, ma i collettori. Le informazioni vivono nei database».

Anafyo fa consulenza in ambito engineering e construction O&M da 5 anni. Edoardo Accettulli, direttore generale, elenca alcuni progetti fatti in Bim: progetto 10 città di Telecom, un complesso alberghiero in Togo a Onomo Lome, un nuovo headquarter multinazionale di un’azienda IT (non divulgabile) la ristrutturazione della centrale a carbone di Battersea Park a Londra (quella ritratta sulla copertina del disco dei Pink Floyd, Animals), i padiglioni e il sistema antincendio dell’ospedale San Martino di Genova.

Fra i lavori Bim in corso ci sono l’headquarter Unipolsai a Milano, la ristrutturazione di edifici storici nelle Marche del dopo terremoto, Expo Dubai 2020. In tema di ricerca e sviluppo da segnalare il monitoraggio e controllo delle maestranze del cantiere e la manutenzione a livello ospedaliero con sensoristica per il rilevamento delle apparecchiature mobili dentro l’ospedale: con sensori vengono fatte chiamate dal dispositivo a una pagina web che localizza la stanza dove è il dispositivo.

La riconciliazione delle informazioni fra fogli Excel e registri cartacei è fatta in un database omogeneo. La valorizzazione dei ben riconciliati avviene con valori presi dal mercato, a fine di ammortamento.

Questo perchè nell’università chi compra bene è l’ufficio amministrativo, che non parla con l’ufficio tecnico, che conosce il bene.

Per questo Anafyo e NKE hanno creato un sistema di etichettatura condiviso che dalla lettura dei modelli (procedura Bim) dice anche dove si trova il bene.

I dati dei terminali impiantistici sono stati nseriti i dati in uno schema Consip e poi in piattaforma neutra NextFM, un database aperto.
In questo modo il Bim ha innescato un meccanismo virtuoso di manutenzione preventiva.
Il Bim, in sostanza, ha creato un workflow.

Perchè funzioni, però, è necessario che l’ente tenga presente che servono persone che mantengono attivi i modelli, aggiornando i dati. Il vantaggio economico è evidente, ha spiegato Mottola: «se i dati sono monitorati bene e i beni sono manutenuti in modo programmato, l’ente viene considerato virtuoso e può accedere a finanziamenti. Insomma, controllare i costi aggiornando i modelli conviene economicamente. Informazioni fuori controllo generano maggiori costi in termini di mancati introiti: costano di più».

 

 

Al termine del progetto sono stati catalogati ed importati più di 40mila asset, circa 1200 planimetrie dei locali, riallineati tutti i beni presenti nell’Ateneo e a ciascuno è stata assegnata una etichetta RFID e codice univoco.

Per ogni locale e struttura esaminata sono stati inseriti e catalogati tutti gli impianti a vista, quali illuminazione, riscaldamento, condizionamento, antincendio. Il risultato è una struttura integrata di modelli digitali dove il cuore del progetto è un modello Bim.

 

Università della Basilicata

L’Università delle Basilicata nacque sulle macerie del terremoto del 1980, con la legge 219 del 1981. La prima sede accademica fu quella di Potenza, mentre la sede di Matera fu ufficialmente inaugurata nel 1992. Nel 2000 viene inaugurato il polo scientifico di Macchia Romana, a Potenza. 4 le Facoltà (Agraria, Ingegneria, Scienze, Lettere) con 9 corsi di laurea. Oggi le strutture dell’Università della Basilicata sono ospitate nei due capoluoghi di provincia, Potenza e Matera, in tre diverse aree, su una superficie complessiva di circa 120 mila metri quadrati.

Sulla base della legge 240 del 2010, nel 2012 sono state istituite sei strutture primarie: quattro Dipartimenti – Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: architettura, ambiente, patrimoni culturali (DICEM), Dipartimento di Matematica, Informatica ed Economia (DiMIE), Dipartimento di Scienze (DiS) e il Dipartimento di Scienze Umane (DiSU) – e due Scuole, Ingegneria (SI-UniBas) e Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali (SAF) nelle quali sono confluite le funzioni dei preesistenti 12 Dipartimenti e delle 8 Facoltà.

 

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