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Bim, appalti e PNNR, cosa è cambiato

Vediamo come il D.M. n.312 del 02/08/2021 ha modificato e aggiornato il Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 1° dicembre 2017, n. 560, il cosiddetto “Decreto BIM”

Come noto a tutti, a seguito della pubblicazione della legge di conversione del Decreto Governance PNRR e Semplificazioni in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 2 agosto è entrato in vigore il nuovo D.M. n.312 del 02/08/2021 che modifica e aggiorna il Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 1° dicembre 2017, n. 560, il cosiddetto “Decreto BIM”.

Lo spirito del testo sembra andare nella direzione di un’accelerazione del processo di digitalizzazione del settore, pur con alcuni elementi di contraddittorietà come il rinvio di alcune tappe del percorso di obbligatorietà del Bim per classi di importo, implementando alcune migliorie definitorie per quanto riguarda le specifiche tecniche sull’utilizzo dei metodi e strumenti elettronici e una serie di misure premiali per l’adozione del Bim negli appalti pubblici.

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Il nuovo testo si orienta verso un’ulteriore accelerazione del processo di digitalizzazione del settore

In particolare, tra i criteri di aggiudicazione dell’offerta possono ora rientrare ad esempio metodi per integrare gli aspetti di gestione del progetto con la gestione della modellazione informativa, per l’implementazione dell’offerta di gestione informativa e del piano di gestione informativa in relazione alle esigenze di cantierizzazione, anche con strumenti innovativi di realtà aumentata e di interconnessione tra le entità presenti in cantiere, per consentire un’analisi efficace dello studio di varianti migliorative e di mitigazione del rischio, o che permettano alla stazione appaltante di disporre di dati e informazioni utili per l’esercizio delle attività e il mantenimento delle caratteristiche di interoperabilità dei modelli informativi.

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Vengono implementate alcune migliorie per quanto riguarda le specifiche tecniche sull’utilizzo dei metodi e strumenti elettronici e una serie di misure premiali per l’adozione del BIM negli appalti pubblici

A tali esempi si affiancano l’introduzione di modalità digitali per la tracciabilità dei materiali e delle forniture e per la tracciabilità dei processi di produzione e montaggio, anche a fini di controllo dei costi del ciclo di vita dell’opera, di modalità per l’utilizzo di metodi e strumenti elettronici volti al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale anche attraverso i principi del green public procurement, di strumenti digitali per migliorare i controlli sulla salute e sicurezza dei lavoratori e del personale coinvolto nell’esecuzione, e di modelli digitali per verificare l’andamento della progettazione e dei lavori e monitorare costantemente le prestazioni dell’opera.

Fra gli altri criteri premiali è possibile prevedere l’attribuzione di un punteggio ai concorrenti che impieghino metodi e strumenti digitali tali da permettere alla stazione appaltante di monitorare in tempo reale tempi e costi dell’opera.

Prossimo step: 1 gennaio 2022

Tra le novità, come accennato, anche una serie di modifiche alla roadmap di entrata in vigore dell’obbligatorietà del Bim, che ora ne prevede l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2022 per le opere di nuova costruzione e interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore a 15 milioni di euro; dal 1° gennaio 2023 per le opere di nuova costruzione e interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore alla soglia di cui all’articolo 35 del codice dei contratti pubblici; dal 1° gennaio 2025 per le opere di nuova costruzione e interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore a 1 milione di euro.

Con il contributo di Assobim.

Assobim

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