Blockchain è uno dei termini che oggi più frequentemente risuonano in ambito informatico, meno note invece sono le ricadute di tale tecnologia nell’ambito del Building Information Modeling.
Per comprenderle è utile innanzitutto una sua più precisa definizione; mutuando i termini utilizzati da diversi autori, la blockchain è una piattaforma per la gestione di transazioni e scambi di informazioni basata sui quattro concetti di decentralizzazione, immutabilità, trasparenza e sicurezza; ancor più precisamente, una sorta di registro decentralizzato di archiviazione in rete sotto forma di blocchi, gestiti tramite crittografia dai nodi partecipanti alla rete che verificano, approvano e successivamente archiviano tutti i blocchi con ogni transazione su ciascun nodo.
Le transazioni validate all’interno dei blocchi sono correlate da un marcatore temporale, e ogni blocco include un hash che lo identifica univocamente e lo collega al blocco precedente.
Tale architettura consente una sempre maggiore acquisizione e potenziale disponibilità di dati, cui tuttavia corrisponde una sempre maggiore frammentazione nella gestione delle informazioni distribuite tra molteplici soggetti.
Un tema, questo, le cui connessioni con il Building Information Modeling sono evidenti alla luce del fatto che un numero sempre maggiore di informazioni relative al ciclo di vita di un’opera è gestita attraverso processi Bim oriented, con importanti ricadute anche a livello legale in quanto tali informazioni hanno chiaramente rilievo in caso di contenziosi.
Nel processo Bim, infatti, informazioni e basi di dati sono distribuiti e condivisi tra uno o più modelli, in cui “ogni attributo di un blocco della Blockchain ha una propria origine, una propria storia, un proprietario e di conseguenza un significato legale” (vedi in proposito il volume BIM 4D e 5D: La gestione dei tempi e dei costi di Antonio Ortenzi).
Questo aspetto viene affrontato in particolare dalle “Bim best practice“, che definiscono una serie di linee guida relativa anche agli aspetti organizzativi e legali.
La Blockchain si distingue rispetto ai database tradizionali per due caratteristiche: la disposizione dell’intera cronologia dei dati con tutte le sue modifiche, protetti dall’equivalente di una firma digitale, e una gestione delle informazioni non centralizzata, entrambe perfettamente coerenti con la natura collaborativa dei processi Bim.
È facile quindi prevedere che nei prossimi anni l’impatto della Blockchain sulla gestione dei flussi informativi avrà un ruolo sempre più centrale. L’opera sopra citata suggerisce alcuni potenziali utilizzi della Blockchain nell’industria delle costruzioni.
Fra questi, il suo utilizzo come strumento per gestire e registrare le modifiche apportate ai modelli Bim e più in generale gli avanzamenti durante tutte le fasi di progettazione e costruzione, ambito in cui gli aggiornamenti in tempo reale di ognuno dei partecipanti al processo stimolerebbe a rimanere costantemente focalizzati sui compiti assegnati come risultato del monitoraggio continuo dei progressi.
Un secondo utilizzo suggerito è l’impiego come protocollo digitale costruito all’interno della rete Blockchain che contiene tutte le informazioni necessarie sull’accordo contrattuale e le condizioni alle quali il contratto sarà considerato come completato ed eseguibile, o ancora, come supporto di memorizzazione dei dati sensibili dei sensori nella fase di manutenzione della struttura.
Con il contributo di Assobim