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BIM: Decreto 312/21 e transizione digitale

Il Decreto 2 agosto 2021 n. 312 del Ministero delle Infrastrutture, che si inserisce nelle linee strategiche del Governo volte a incentivare il cammino verso una transizione digitale efficace e concretamente attuabile, risponde con le sue previsioni a una delle criticità evidenziate dal suo predecessore, il DM n.560 del 2017, ovvero una particolare lentezza da parte delle pubbliche amministrazioni nell’introduzione dei metodi e degli strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture negli appalti.

Il Decreto 312/2021 si inserisce nelle linee strategiche del Governo volte a incentivare il cammino verso la transizione digitale.

Vuoi per la difficoltà di recepire e mettere a sistema i principi alla base della modellazione informativa, vuoi per la pianificazione di percorsi formativi efficaci e adatti a ottimizzare le mansioni del personale tecnico-amministrativo, affrontando in questo modo uno degli elementi di maggiore importanza nell’attuazione degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Scopo del testo è imprimere un’accelerazione al processo di digitalizzazione del settore delle costruzioni, riconoscendolo un fattore fondamentale per far fronte all’epocale cambiamento che sta investendo il comparto.

Il nuovo testo introduce alcuni correttivi migliorativi all’impianto del precedente decreto 560.

Pur con alcune lacune già evidenziate nei mesi immediatamente successivi alla sua emanazione, il provvedimento cerca senza dubbio di rendere ancor più chiaro e soprattutto applicabile il precedente DM 560/2017.

Ed è proprio in questa ottica che vanno interpretate tutte le principali novità introdotte, che non modificano sostanzialmente la filosofia e i principi del testo precedente ma chiariscono meglio alcuni punti, confermando la centralità del BIM nel processo di ideazione, costruzione e gestione di opre edili e infrastrutturali.

La centralità del BIM

La nuova norma consente alle stazioni appaltanti di procedere ai bandi BIM con maggiore rapidità.

Il nuovo testo, infatti, adotta alcuni correttivi migliorativi di definizione all’impianto del precedente Decreto 560 per quanto riguarda le specifiche tecniche sull’utilizzo dei metodi e strumenti elettronici, sostituendo ad esempio le parole “modello elettronico” con “modello informativo” e introducendo meglio i concetti di “specifici flussi di lavoro” e di “elaborati digitali prevalentemente riconducibili ai modelli informativi”.

Fondamentale dal punto di vista operativo, in particolare, è la modifica dell’art. 5, che consente alle stazioni appaltanti di procedere con i primi bandi BIM dopo aver semplicemente pianificato l’introduzione del metodo, così come il fatto di escludere dall’obbligo le opere di semplice manutenzione, nonché l’esonero per la stazione appaltante dalla realizzazione del modello dello stato dei luoghi, che può così essere commissionato all’appaltatore.

Il nuovo Decreto 312 introduce poi una parziale attenuazione dei vincoli sulla entrata in vigore della obbligatorietà del BIM, con l’esclusione delle opere di ordinaria e straordinaria manutenzione e di tutti i lavori al di sotto di 1 milione di euro.

L’Archivio Informatico Nazionale delle Opere Pubbliche

Il Decreto 312 rivede in senso estensivo la disciplina dei punteggi premiali per favorire l’uso del BIM.

Il punto più atteso, l’articolo 7bis sui punteggi premiali per favorire l’uso del BIM anche dove non sarebbe strettamente obbligatorio, propone una panoramica di criteri molto ampia, che va dalle proposte per la manutenzione dell’opera tramite il suo modello digitale in tutto il suo ciclo di vita, all’uso in cantiere della realtà aumentata, dal miglioramento della sicurezza in cantiere al controllo dei costi del suo ciclo di vita, al green public procurement e altro ancora.

È questo un altro punto di forte interesse nel Decreto, che lo inserisce in uno scenario interoperabile più ampio.

BIM Assobim

Con la legge n.130 del 16 novembre 2018 è stato infatti istituito l’Archivio Informatico Nazionale delle Opere Pubbliche (AINOP), un sistema centralizzato “basato sulla interoperabilità delle varie amministrazioni che detengono e gestiscono i dati riferiti ad un’opera pubblica e all’esecuzione dei lavori sulla stessa. In base ai dati forniti, AINOP genera un codice identificativo della singola opera (Iop) che racconta tutto di essa”.

L’obiettivo è rendere operative le pubbliche amministrazioni già a partire dalla fase di istruzione delle procedure di gara.

Nell’AINOP sono destinati a convergere i dati del patrimonio pubblico, anche se la sperimentazione è tuttora in atto e in esso sia ancora impraticabile la gestione dei flussi BIM, in termini di modelli informativi interoperabili.

È però molto positiva una visione di insieme tanto ampia da considerare, in potenza, sviluppi futuri, e su un piano più generale l’obiettivo di rendere operative le pubbliche amministrazioni nel breve termine, a partire dalla fase di istruzione delle procedure di gara, per arrivare alla formulazione di una domanda digitale più consapevole, che orienti e migliori la capacità delle committenze nel rispondere ai bisogni del comparto pubblico.

Con il contributo di Assobim

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