Assobim illustra come il BIM possa svolgere un ruolo chiave per modellare un ambiente edilizio più resiliente, con l’aumentare dei disastri ambientali.
L’incidenza dei disastri ambientali legati al clima è triplicata negli ultimi 30 anni e continua ad aumentare a un ritmo allarmante. E l’impatto delle calamità naturali ha costi sempre più elevati, sia in termini di vite umane che di costi legati alla moltiplicazione del patrimonio costruito e infrastrutturale. Una dinamica che, in tempi recenti, ha posto sotto i riflettori la necessità di un’architettura sempre più resiliente come base di partenza nella progettazione degli edifici futuri. Manufatti e strutture, quindi, non solo in grado di resistere più efficacemente agli eventi naturali, ma anche in grado di essere più facilmente ripristinate grazie a metodologie progettuali capaci di anticipare i problemi futuri attraverso una migliore pianificazione territoriale e processi costruttivi più robusti.
La dinamica su cui poggia un’architettura in grado di mitigare le conseguenze negative dei disastri naturali e consentire una gestione migliore e più rapida dei rischi poggia senza dubbio su materiali da costruzione idonei a sostenerne l’impatto e utilizzabili sia in strutture nuove che esistenti, e strutture progettate ad hoc in vista di eventi sismici o di altra natura, ma innanzitutto su un progetto focalizzato sin dalla fase del concept su questo obiettivo. In questa ottica, il BIM può svolgere un ruolo chiave per modellare un ambiente edilizio più resiliente grazie alla sua capacità di governarne ogni dimensione, ottimizzare il flusso di informazioni e l’intero processo progettuale, fornire dati dettagliati e aggiornati in tempo reale a tutti gli attori coinvolti nel progetto.
Per cominciare, gli strumenti di simulazione oggi esistenti, se integrati da modelli BIM, possono aiutare i progettisti a prevedere come reagirà l’edificio in caso di disastro naturale; ad esempio è possibile simulare la propagazione di un incendio, calcolare i danni di un terremoto, prevedere l’impatto di un’inondazione su un edificio, e calcolare le misure più idonee a contenere l’impatto di questi eventi. Ma considerazioni molto simili possono essere espresse a proposito di ogni fase di un evento naturale potenzialmente disastroso.
In fase di prevenzione delle emergenze, la disponibilità di un modello BIM tridimensionale al posto delle tradizionali planimetrie CAD bidimensionali, peraltro spesso obsolete e non aggiornate, può offrire una panoramica dettagliata sulla struttura e i contenuti di un edificio, la sua geometria e distribuzione interna e gli eventuali ostacoli, agevolando la definizione di piani di evacuazione efficaci e delle vie di accesso e uscita per gli eventuali soccorsi. Qualora integrati a dispositivi intelligenti IoT, inoltre, gli stessi modelli consentono di tracciare i movimenti all’interno dell’edificio stesso utilizzando in combinazione i dati di modellazione delle informazioni sull’edificio e le tecnologie smart in esso integrate, guidando le persone verso le uscite più vicine o coordinando i loro movimenti in base alla posizione delle squadre di soccorso.
Tali possibilità, peraltro, non sono limitate agli edifici di nuova costruzione ma possono essere estese anche all’edilizia esistente tramite interventi mirati di retrofitting che, parallelamente alla modellazione BIM delle strutture esistenti, ne preveda la qualificazione tramite opportune metodologie costruttive e materiali nonché l’integrazione di dispositivi atti a interagire con il modello in caso di emergenze. Salvando vite umane e rendendo i soccorsi nonché le successive misure di recupero tempestive, efficaci e meno costose.