Il Bim è rapidamente diventato uno dei capisaldi della trasformazione digitale del settore delle costruzioni grazie al suo approccio innovativo, basato sullo scambio e la condivisione delle informazioni fra tutti gli attori coinvolti nel processo costruttivo.
La disponibilità e strutturazione di una mole di dati senza precedenti, fruibile all’interno di un ambiente digitale comune, sta avendo un enorme impatto su qualità, pianificazione, gestione temporale ed economica del progetto Bim.
E proprio sul fronte della gestione informativa dei dati il Bim sta affrontando un’ulteriore salto concettuale e qualitativo, il passaggio dai LOD, ovvero i livelli di dettaglio informativo, ai LOIN (acronimo di Level of Information Need), ovvero i livelli di fabbisogno informativo, che fanno il loro ingresso nel panorama del Building Information Modeling con la norma UNI EN ISO 19650 e sono destinati a rivestire un ruolo chiave soprattutto per le pubbliche amministrazioni, su cui in base alle normative in vigore grava l’obbligo di redazione dei capitolati informativi.
L’obiettivo di questo nuovo passaggio è dichiarato dallo stesso ente di standardizzazione, che sottolinea la necessità di evitare la gestione di un numero eccessivo di informazioni rispetto a quanto effettivamente necessario.
Oltre che a principi di “economia” informativa, l’introduzione dei LOIN rappresenta per certi versi un passaggio logico.
L’introduzione del Bim è stata infatti accompagnata dal concetto di LOD in quanto i modelli informativi non contengono solamente i tradizionali dati di tipo geometrico, ma questi ultimi sono ulteriormente dettagliati da una serie di attributi (tipologia di elementi, materiali, caratteristiche, prestazioni, ecc.); di conseguenza, il modello può connotarsi per livelli di dettaglio grafico e informativo differenti.
A questo si aggiunga la disomogeneità della definizione e dei contenuti dei LOD, che varia a seconda dei paesi e dello standard utilizzato. In Italia il concetto è stato disciplinato dalla norma UNI 11337-4, che ha introdotto nuovi livelli di sviluppo, li ha estesi non solo a nuove costruzioni ma anche a infrastrutture e interventi di riqualificazione, istituendo una precisa correlazione fra utilizzo e scopi del modello e livelli di dettaglio.
Tali considerazioni hanno indotto il gruppo ISO/TC 59/SC 13 a introdurre la nuova definizione “Level of Information Need” o LOIN nella citata norma ISO 19650, utilizzando una terminologia che sottolinea e ribadisce, da un lato, l’importanza dei contenuti informativi quale che sia la loro natura, dall’altro l’esigenza che il numero e la tipologia delle informazioni contenute nel modello siano limitate a quelle effettivamente necessarie.
In termini pratici, il concetto di LOIN supera innanzitutto il principio della standardizzazione delle richieste informative da parte dei soggetti cui fa capo la redazione dei capitolati, definendo il livello in funzione del progetto e in particolare, riprendendo una tripartizione largamente condivisa, la quantità, la qualità e la granularità delle informazioni stesse, che una volta definite rappresenteranno il punto di riferimento per l’intero progetto.
La norma ISO tuttavia, come già ricordato, sottolinea che la sovrabbondanza di informazioni non necessarie rappresenta di per sé un problema che incide pesantemente sulla fluidità dei flussi di sviluppo del progetto; di conseguenza, ogni committenza coinvolta deve stabilire i livelli informativi ritenuti necessari per ogni fase progettuale, e poiché le informazioni possono provenire da diversi soggetti coinvolti nello sviluppo del progetto il livello di informazione necessario risulta concettualmente collegato alla federazione dei diversi modelli (architettonico, strutturale, impiantistico).
Importante sottolineare infine il fatto che i livelli informativi sono cumulativi e sviluppati lungo l’intero evolversi del progetto.
Con il contributo di Assobim