ll Building Information Modeling offre grandi opportunità anche all’interior design, nonostante questa metodologia solo da alcuni anni, e nelle commesse di dimensioni importanti, abbia cominciato a essere applicata al settore della progettazione di interni. I risultati sono interessanti e senza dubbio gli sviluppi futuri non si faranno attendere.
Si sa che il il Bim è una piattaforma tecnologica che favorisce la collaborazione fra professionisti e la condivisione di tutte le fasi legate al progetto: dalla definizione delle caratteristiche architettoniche che riguardano l’involucro dell’edificio, allo studio delle caratteristiche strutturali e impiantistiche, fino alla progettazione degli spazi interni e all’individuazione di arredi, punti luce e tutto quanto riguarda l’interior design.
Oggigiorno, questa disciplina viene ancora inserita sporadicamente nella fase iniziale del progetto, perché per tradizione si è portati a credere che, mentre la progettazione architettonica e tutto quanto riguarda la costruzione e realizzazione esterna di un fabbricato siano fasi gestite da tecnici e progettisti, quella del design degli interni sia uno stadio successivo e secondario da delegare essenzialmente all’utente finale.
Tuttavia, è bene considerare che anche questa ultima fase, trae vantaggio dall’essere messa fin da subito in relazione con gli altri sviluppi progettuali, perché la logica interdisciplinare di collaborazione e condivisione dei dati – tipica – del Bim inevitabilmente porta benefici anche all’interior design.
Ha senso, allora, estendere questo processo anche a una progettazione dettagliata e quasi “sartoriale” come quella dell’interior design?
La risposta è certamente sì. In primo luogo, perché si avrebbero vantaggi sia sul piano della qualità degli spazi e della loro fruizione, quindi della funzionalità, sia in termine di velocizzazione della modellazione degli interni e di una loro più efficace visualizzazione in 3d. Diventa quindi più fluido anche il processo creativo e migliore la percezione degli ambienti.
In sostanza, l’interior design non può essere estraneo ai processi di coordinamento tipici del flusso di lavoro in Bim, dove il workflow viene portato avanti in parallelo con tutti i professionisti coinvolti, così da consentire, laddove ci si imbatta in varianti e imprevisti, di poter risolvere i singoli problemi con rapidità.
Chi svolge il mestiere di interior designer non è un semplice arredatore o decoratore, infatti il suo lavoro spesso riguarda la definizione completa degli spazi interni, in particolare sotto il piano della distribuzione e funzionalità, con tutte le implicazioni, soprattutto impiantistiche, che tutto questo può comportare.
L’importanza dei LOD
I livelli di dettaglio (più noti con l’acronimo inglese Lod, Level of Detail) definiscono con precisione il grado di approfondimento delle informazioni che sono contenute in un modello. Rappresentano quindi dei punti di riferimento importanti che permettono a tutti i soggetti coinvolti in un progetto Bim di specificare e articolare la costruzione del modello con un determinato livello di chiarezza, in relazione al tipo di elemento considerato.
Per ciascuna fase del progetto è di fondamentale importanza che risulti ben definito il livello di dettaglio richiesto per le informazioni grafiche, geometriche e tecniche. In sostanza, il Lod del modello Bim deve aumentare man mano che il progetto procede e si affina.
Applicare il Bim all’interior design richiede un elevato grado di precisione, perché la progettazione degli interni in un edificio si collega a molti altri elementi e caratteristiche inserite nel modello. Malgrado il forte allineamento tra Bim per architettura e quello specifico per Interior Design, esistono però tra le due metodologie anche dei fattori distintivi, in particolare quando si passa dalla teoria alla loro applicazione nella pratica quotidiana.
Infatti, la creazione di modelli Bim in questa disciplina presenta alcune criticità specifiche e richiede strategie e accorgimenti particolari, a differenza di quanto accade in altri ambiti di progettazione.
In interior design il rischio è quello di lasciarsi condizionare troppo dalla verve creativa e di arrivare così a modellare i diversi componenti con molti (e a volte troppi) dettagli, già dalle prime fasi del flusso di lavoro.
Tutto ciò, naturalmente, a discapito della loro flessibilità, possibilità di essere parametrati e quindi inseriti nel progetto d’insieme.
Compito di un Bim coordinator di interior è quindi quello di gestire il livello di dettaglio dei vari elementi che compongono il modello e questo può significare a volte convincere il proprio team a diminuirlo, così da ottenere un risultato comunque accurato ma che sia contemporaneamente gestibile sia sul piano della dimensione dei file che, se troppo pesanti, rallenterebbero l’intera piattaforma.
Con il general contractor va quindi da subito stabilito il livello di dettaglio più funzionale al modello, tenuto conto che due dei principali vantaggi del Bim sono, da un lato, la possibilità di prevedere e quindi risolvere qualunque tipo di interferenza geometrica tra le diverse discipline specialistiche e, dall’altro, di gestire con precisione tutti gli elementi che andranno a comporre l’edificio una volta realizzato, con la possibilità di calibrare il rapporto tra le informazioni contenute negli oggetti, definendone il giusto Lod.
Un livello di dettaglio corretto, cioè, sia dal punto di vista della geometria, sia riguardo alle caratteristiche tecniche e che potrà progressivamente aumentare solo in relazione agli stadi di avanzamento dell’intero progetto.
Questa attenzione ai Lod tuttavia non sempre è chiara ai fornitori: molti hanno già in archivio oggetti Bim pronti per l’uso che però hanno spesso Lod troppo elevati. La tendenza è quella di caricare sulla piattaforma famiglie di prodotti già realizzate che però creano problemi di scarsa funzionalità dell’intero modello. Coloro che invece lavorano con un grado di customizzazione molto più alto sono disposti a ridisegnare i propri oggetti, così da renderli efficienti in relazioni alle caratteristiche e necessità della piattaforma.
Molte aziende del settore oggi sono spinte a realizzare famiglie di oggetti Bim da mettere a disposizione dei designer, ma in realtà queste vengono utilizzate poco dagli studi, perché il Lod troppo elevato non aiuta il processo di snellimento e ottimizzazione delle informazioni tipico del Bim. I produttori dovrebbero, quindi, tenere in considerazione la definizione del corretto livello di dettaglio, anche nell’interesse del general contractor e dello studio di progettazione.
Che cos’è l’arredo contract?
Il contract di arredo è una nicchia di mercato che ha a che fare con l’allestimento e l’arredamento di intere strutture come grandi complessi residenziali, hotel, ristoranti, uffici, ospedali. In pratica, un servizio che alcune importanti aziende di arredamento offrono e che consiste nella fornitura, su commissione o in seguito a una gara d’appalto, di arredi e rifiniture completi, personalizzati e su misura. Ciascuna società specializzata in questo settore si occupa del progetto commissionato a tutto tondo.
Il settore del contract sta crescendo e diventa sempre più rilevante per le aziende del nostro Paese che operano nei comparti dell’arredamento, dell’idro-termo sanitario e dell’illuminazione.
Molti sono i nuovi sbocchi, soprattutto all’estero, perché il Made in Italy è riconosciuto in tutto il mondo per creatività e design. Fondamentale per chi sceglie questa strada è però un radicale cambio di mentalità, quindi la volontà di trasformare queste società da semplici fornitori di prodotti a fornitori di servizi.
Trattandosi di progetti di edifici chiavi in mano l’azienda di contract non deve limitarsi soltanto alla fornitura di mobili e rifiniture, ma realizzare per conto del cliente l’intero progetto di arredamento degli spazi. Inoltre, deve poter offrire prestazioni diversificate che vadano dalla progettazione, alla realizzazione e all’installazione finale di elementi di arredo e non solo: anche di sistemi di riscaldamento e condizionamento, di opere murarie o in cartongesso, di tinteggiature e rivestimenti, laddove queste siano richieste dal cliente.
Era quindi inevitabile che, anche in questo campo, il Bim diventasse uno strumento di gestione importante per collegare la progettazione dell’interior design alla realizzazione di spazi arredati chiavi in mano.
Infatti, negli interventi complessi l’arredo entra nel flusso della progettazione e diventa un tutt’uno con il disegno architettonico. Anche al fornitore di arredi, quindi, viene chiesto di utilizzare la metodologia Bim e di entrare a far parte di questo flusso progettuale, dove la committenza ha certamente interesse a visualizzare la definizione degli spazi interni e a poter disporre di tutte le informazioni relative all’intero progetto.