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PNRR, BIM e normativa volontaria: il punto di vista di Assobim

Secondo quanto afferma Assobim, fin dalla sua comparsa sulla scena il BIM ha evidenziato una serie di implicazioni disciplinari e regolamentari che nel tempo ne hanno amplificato la portata e specificato i contenuti e l’impatto.

Implicazioni che nel tempo sono cresciute non solo a seguito della crescente diffusione dello strumento ma anche di misure come il PNRR, che nella sua complessità richiede tuttavia un impianto di dettaglio fatto di regole univoche atte a supportare stazioni appaltanti, pubblica amministrazione e aziende.

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L’articolo 7 del Decreto Ministeriale 312/2021 affida alle norme tecniche volontarie il compito di garantire l’uniformità di metodi, strumenti e modalità di applicazione del BIM negli appalti pubblici.

Ed è proprio in questo ambito che la normativa volontaria, e in particolare le norme UNI, possono fornire un contributo importante a integrazione della legislazione corrente.

Ruolo, quest’ultimo, ribadito dal Decreto Ministeriale 312/2021, che all’articolo 7 affida proprio alle norme tecniche volontarie nazionali, europee e internazionali il compito di garantire l’uniformità di metodi, strumenti e modalità di applicazione del BIM negli appalti pubblici.

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Il Decreto Ministeriale 312/2021 certifica ufficialmente la sussidiarietà della normativa tecnica volontaria rispetto alla disciplina legislativa.

Una disposizione importante, perché certifica ufficialmente la sussidiarietà della normativa tecnica volontaria rispetto alla disciplina legislativa, attribuendole un ruolo di riferimento per quanto riguarda requisiti e metodologie.

Il suo particolare processo di formazione, inoltre, ne garantisce l’aderenza alle dinamiche e necessità del mercato, data la partecipazione dei suoi attori alla definizione dei contenuti, mentre la collaborazione con enti e associazioni di categoria, ordini professionali e istituzioni formative permette l’elaborazione di contenuti allineati alle evoluzioni tecniche della materia.

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Tra i principali punti di riferimento nella normativa volontaria si trova la norma UNI EN ISO 19650.

Tra i principali punti di riferimento nella normativa volontaria un ruolo centrale da protagonista è quello della UNI EN ISO 19650 “Organizzazione e digitalizzazione delle informazioni relative all’edilizia e alle opere di ingegneria civile, incluso il BIM“, un documento che ha introdotto importanti mutamenti nelle gerarchie normative tradizionali.

In questo nuovo contesto la norma nazionale UNI 11337 risulta infatti in posizione complementare a quella internazionale e viene applicata congiuntamente, lasciando alla norma ISO il compito di definire i requisiti e modelli primari da sviluppare.

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La ISO 19650 si caratterizza per un’impronta generale e affronta principalmente il processo di gestione BIM di un’opera nell’arco del suo ciclo di vita con particolare riguardo circa la raccolta e gestione delle informazioni.

Ne consegue che la norma ISO si caratterizza per un’impronta più generale, affrontando principalmente il processo di gestione BIM di un’opera nell’arco del suo ciclo di vita con particolare riguardo circa la raccolta e gestione delle informazioni.

Tali processi offrono rilevanti vantaggi a proprietari e gestori così come alla committenza e più in generale a tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nell’iniziativa, e possono essere utilizzati, naturalmente in modo proporzionato, nell’ambito di interventi di ogni dimensione e grado di complessità.

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