Home BIM SAIE Bari: lo scenario italiano, tra Bim e realtà

SAIE Bari: lo scenario italiano, tra Bim e realtà

Se ne parla tanto, ed a SAIE Bari lo abbiamo fatto anche noi, si agisce ancora a rilento.

Il mercato del Bim italiano, alla base, sarebbe pronto, dato che le esigenze ci sono.

Ha però bisogno di un’iniezione di attività che dia l’aire a un processo di trasformazione che poi sarà inarrestabile.

Senza arrivare anche nel nostro caso a invocare l’apparizione di una “una Greta”, come fatto provocatoriamente da Mario Monti per il debito pubblico italiano, a significare la necessità di un fattore esogeno che produca uno sblocco sanante del Paese, il Bim italiano non può fare affidamento solamente sugli obblighi di legge per partire.

Ha bisogno di una consapevolezza imprenditoriale pronta a cogliere i vantaggi in termini economici e gestionali che sono sul piatto.

A SAIE Bari ne abbiamo parlato con molti operatori italiani, soci di Assobim.

One Team, segnali di crescita

Per Riccardo Perego, presidente e amministratore delegato di One Team: il mercato Bim italiano è in ritardo ma ci sono segnali di crescita.

Riccardo Perego, amministratore delegato di One Team

«È un dato di fatto che si parli tanto di Bim in questo momento storico – dice Perego -. Ma in Italia siamo in ritardo rispetto ad altri paesi industrializzati. Se prendiamo quelli del G8, sono in media almeno al 60% di copertura del mercato, con punte dell’80%, mentre l’Italia non è che a meno di un decimo rispetto alla condizione di un mercato saturo in cui tutti i progetti si fanno in Bim».

Per esempio, One Team ha attualmente in corso tre progetti europeo finanziati dalla UE, insieme al Polimi. In uno di questi tre, sull’efficienza energetica degli edifici One Team voleva fare un mailing a livello europeo per sensibilizzare gli stakeholder. «I partner di progetto olandesi sono intervenuti osservando che era uno spreco, un’attività inutile, perché tutti da loro progettano in Bim». E se consideriamo che le nostre aziende devono oramai competere a livello europeo, è chiaro che siamo di fronte a un divario che va dapprima attenuato e poi colmato.

In questo quadro di mercato vociante ma che dimostra di essere in perenne attesa One Team va bene, cresce, risponde Perego alla nostra domanda diretta.

La società ha ormai cento persone fra Milano, Roma, Brescia e Reggio Emilia e fattura 22 milioni, +32% rispetto all’anno scorso. «La crescita c’è – spiega Perego – perchè viviamo per investire nel futuro dei nostri clienti. Siamo partner storici Autodesk, stiamo crescendo nella consulenza di alto livello, collaborando con le università italiane. Abbiamo 12mila contratti software attivi, una grande diffusione nel mondo delle costruzioni, e un’offerta anche in campo manufacturing, per industria 4.0, che è un quadro dove si inserisce il Bim».

SAIE Bari e e l’apertura al Mezzogiorno? «È un inizio, valutiamo i feedback, con la consapevolezza che bisogna ancora maturare. La nostra spina nel fianco, lo sappiamo, è l’arretratezza della Pubblica amministrazione. Il Bim sarà obbligatorio per gli appalti sopra i 50 milioni da gennaio 2020. A tendere sarà sempre meno. L’aspetto normativo ci viene in aiuto, la nostra normativa UNI è superiore a quella di altri paesi».

Tutto parrebbe apparecchiato, quindi, per un decollo del Bim, che stando alle parole di Perego parrebbe necessitare di un moto coordinato, una spinta collettiva alla convinzione e all’azione.

STA Data: l’interoperabilità è un processo democratico

Simonetta Verdi è sales manager di STA Data. «Noi sviluppiamo software per il calcolo delle strutture – ci dice -. Pertanto il Bim per noi nello specifico significa interoperabilità, perché è ovvio che si tratta di fare collaborazione fra diversi professionisti lungo il ciclo di vita. E il software strutturale deve accompagnare questo flusso».

Per STA Data significa saper guardare al prima (calcolo architettonico) e al dopo (impiantistica) del progetto. AxisVM è il programma Fem con interfaccia IFC evoluta, pensata addirittura nel 2004. «Per questo siamo convinti di avere una interfaccia IFC evoluta. E laddove non è possibile avere un interscambio diretto usiamo plugin dedicato».

L’interoperabilità, spiega Verdi «è un processo democratico, che mette al centro il progettista. Noi gli diamo la possibilità di parlare con tutti tramite IFC».

Il grosso del mercato Bim adesso è sulle strutture esistenti. Il Bim per il calcolo delle strutture esistenti vale in particolar modo per la PA. Il software 3muri è IFC compliant.

Ma il modello architettonico è molto diverso da quello strutturale. Qui il mercato target è medio alto, studi di progettazione evoluti, devi saper fare lo strutturista per usare il software, che non si può sostituire all’ingegnere.

SAIE Bari? «Il mercato è molto interessato e sa cogliere le differenze, abbiamo trovato un ambiente convincente».

888 Software, il Bim è la trasformazione digitale

888 Software esiste da 25 anni, fa software per edilizia. Ha come clienti: imprese di costruzioni, studi tecnici, società di ingegneria, impiantistica, enti pubblici.

Lorenza Previato, responsabile commerciale di 888 Software, ci dice che «Le imprese di costruzione non sono ancora pronte a lavorare con la metodologia Bim. Non hanno strumenti e competenze informatiche sufficienti. Sono un po’ più preparate, invece, quelle che lavorando con gli enti pubblici».

Lorenza Previato, 888 Software

Si parla molto di Bim «perché il mercato che lo chiede. Come effetto tanti clienti si stanno muovendo per informarsi, e chi ha un Cad interno gli associa uno strumento di gestione. Da un modello IFC gli associano la sicurezza, la manutenzione, la computistica. Noi forniamo 8Bim, con associato il gestionale Mastro 4K Easy Pro e Policantieri, per la sicurezza».

Per Sandro Pizzolato, direttore commerciale e marketing di 888 Software, che abbiamo raggiunto al telefono,si parla di Bim troppo per via di flussi di mercato. Noi siamo in una fase di acculturamento del settore tecnico.

«Noi conosciamo la PA da anni, affrontiamo gli aspetti pratici come la redazione del bando di gara, a rilevare il patrimonio immobiliare dal punto di vista gestionale. Lo facciamo anche con software Mac, siamo partner Apple. Sviluppiamo App per la mobilità del professionista tecnico, abbiamo il nostro motore di workflow. Open Bim? Si, con IFC4».

E il mercato? «Cresciamo in maniera insperata. La mia sensazione è che il Bim non porta vantaggio tanto in termini di fatturato, ma scatena le forze, impone un cambiamento. Questa che viviamo con il Bim è la vera trasformazione digitale».

CDM Dolmen – Bari seconda casa

Alessandra Bazzarin, ingegnere di CDM Dolmen, osserva che «che c’è chi sta cavalcando l’onda del Bim e attacca l’etichetta Bim ai propri prodotti. Questo in chi fa calcolo strutturale produce una certa ansietà, perché una delle leve emozionali su cui si agisce è proprio quella dello stress sull’aggiornamento».

Alessandra Bazzarin, Cdm Dolmen

Come se ne esce? Con una conoscenza ragionata e partecipando attivamente alla fase di crescita, perché non tutto è stato realizzato. Quindi, diventando attori della crescita.

«Diamo strumenti allo strutturista che lo aiutino a interpretare le informazioni descritte in strumenti Bim e a rileggerle con la sua impronta professionale. Il Bim è descrittivo, lo strutturista ragiona per modello: deve leggere ciò che è descritto e dare un metodo per il modello».

Il software Dolmen riceve la descrizione e chiede come la si vuole collocare. Esempio: «un elemento che per il Bim è una piastra, non genera una “meshatura” automatica, ma la porta in ambiente grafico dando al progettista il libero arbitrio su come utilizzarlo, nel pieno rispetto della sua responsabilità. Lo strutturista tratta modelli, non oggetti, ha bisogno di strumenti ragionati».

SAIE Bari? «Per noi Bari è una seconda casa, abbiamo sempre trovato tanta rispondenza, una buona fetta di utenti. Il mezzogiorno è un mercato vivo. Abbiamo un dialogo propositivo con gli ingegneri, che propongono sia problemi che indicazioni che ci fanno trovare le soluzioni».

Nel medio termine Ballarin vede più sperimentazione «per essere più performanti sul fronte open Bim, per dialogare con chi fa software architettonici, dedicati al computo. La direzione verso cui andare è l’apertura. Il nostro compito è sperimentare il passaggio di informazioni con software house che si occupano di argomenti diversi dai nostri. Se ci perdiamo l’open perdiamo buona parte del valore del Bim. Puntiamo sul formato IFC».

Graphisoft, avvicinare il Bim al processo

Anche per Hilario Bourg, Open Bim manager di Graphisoft una fiera, come SAIE Bari, è sì un momento di incontro con utenza di base, ma è anche occasione di incontro fra operatori, che serve a trovare proprio quel coordinamento di intenti.

Hilario Bourg, Open Bim manager di Graphisoft

La sfida, per Bourg è avvicinare il Bim al processo. «Bisogna sovrapporre le operazioni di disegno e modellazione a un contesto più ampio che comprenda le fasi di processo».

Cosa devono fare le software house come Graphisoft? Rendere più flessibile il software adeguandolo alle codifiche. Non pensare al progetto da solo. Bisogna azzerare le contrapposizioni fra formati e concentrarsi sul controllo di tutto il progetto. E per farlo i software devono adeguarsi ai requisiti espressi dalla committenza.

Per questo, spiega Bourg, la caratteristica fondamentale di Archicad è la flessibilità semplice, l’intuitività.

Per esempio, un muro potrebbe essere portante o un componente. Il software lo deve saper declinare in tal senso e il progettista non deve avere problemi a gestirne i formati.

Ecco perché la novità di quest’anno in Archicad (versione) 23, sono gli strumenti tipici delle strutture, i pilastri, le travi. «Scomponiamo i componenti unici in vari subcomponenti, che possono essere letti o come elemento, o come assemblaggio di elementi».

Graphisoft ha 3mila utenti in Italia, raddoppiati nel giro di due anni, trend di crescita del 30% annuo, a conferma che il settore del Bim è tutto in crescita.

Nel Bim, osserva Bourg, il principio cardine è la suddivisione dei ruoli. «La gestione del team richiede che non si modifichino i modelli. L’utente Archicad ha questa capacità di poter interfacciarsi al meglio con diversi software che sono interoperabili con IFC4 e diverse discipline».

Gli utenti Archicad, sottolinea Bourg, da un anno con l’altro possono attendersi sempre nuove funzioni, prestazioni e migliorie in termini di interscambio.

E ora si può parlare anche di visualizzazione in real time. Epic Games ha acquisito recentemente Twin Motion, che gira con un motore di rendering di Unreal e ha concesso la soluzione gratis per tutti coloro che si registrano entro novembre 2019.

Ma la versione 2020 sarà data gratuitamente agli utenti di Archicad in modo integrato. Si sincronizzerà automaticamente per fare ritrovare su Twin Motion quello che accade in Archicad: «mentre lavoro vedo già quale sarà l’effetto del progetto, producendo animazione in tempo reale».

Edilclima, futuro Bim

Simona Piva, responsabile marketing di Edilclima, ci ricorda ci che la società di Borgomanero (Novara) nasce come studio di progettazione nel 1977 e l’anno successivo costituisce la software house per lo sviluppo di soluzioni software rivolte al settore della progettazione impiantistica.

«Da sempre Edilclima ha investito in attività di ricerca e sviluppo ed attuato collaborazioni con le Università tra cui il Politecnico di Torino. Il know-how acquisito in oltre 40 anni di attività e la presenza dello studio di progettazione all’interno della realtà aziendale, hanno consentito a Edilclima di divenire il punto di riferimento degli operatori del settore»

Sul piano dei software per ingegneri, geometri, architetti, e professionisti della progettazione Edilclima ha presentato a SAIE Bari il modulo EC700 per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici. «Tra le principali caratteristiche della nuova versione 9 – spiega Simona Piva – ci sono la lettura dei file IFC e l’implementazione del nuovo calcolo dinamico orario. EC700 è una delle soluzioni in ottica Bim. L’altra possibilità offerta da Edilclima è data dal Plug-in EC770 in grado di far dialogare il modulo Edilclima EC700 con Autodesk Revit, di cui siamo rivenditori. Questa soluzione tuttavia è limitata all’involucro. Ai nostri clienti progettisti che chiedono una soluzione integrata per la parte impiantistica possiamo rispondere che ci stiamo lavorando».

Il tema della generazione di una cultura Bim, che ha riguardato tutti gli operatori del Bim italiano che abbiamo sentito «riguarda anche Edilclima. È un tema complesso da affrontare che implica un cambiamento radicale non solo per quanto concerne gli strumenti da utilizzare ma anche dell’approccio che professionisti e aziende dovranno utilizzare in ottica di collaborazione integrata».

SAIE Bari? «Si è rivelata un’esperienza positiva, sia in termini dell’interesse dimostrato dai professionisti che hanno visitato lo stand, sia in termini di partecipazione attiva ai numerosi convegni in programma».

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