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Pianificazione urbanistica, meglio con l’intelligenza artificiale

Anche in materia di panificazione urbanistica l’innovazione e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale possono fare una grande differenza. Infatti, la progettazione generativa degli spazi cittadini aiuta architetti e ingegneri a visualizzare e confrontare innumerevoli scenari di pianificazione urbani e così da riuscire a individuare, in tempi molto brevi, le svariate opzioni che il computer suggerisce e che meglio riflettono le priorità e le caratteristiche di una determinata area sulla quale si andrà a realizzare il progetto.

Nei prossimi 30 anni è fuor di dubbio che le città cresceranno in modo esponenziale, di conseguenza diventerà sempre più importante poter progettare e costruire con ritmi più veloci, garantendo però contemporaneamente un’elevata qualità della vita dei residenti e scelte altamente sostenibili.

È chiaro, quindi, che la valutazione di un’ampia gamma di proposte che tengano conto di una serie di parametri del territorio e soprattutto di obiettivi finali potrà avere un forte impatto sulla scelta di soluzioni progettuali di qualità.

Poter contare su una visione a 360 gradi della zona con le sue peculiarità valutate in ogni singolo dettaglio, processo che solo il generative design può consentire, è fondamentale all’inizio della fase progettuale.

In particolare, se si considera che l’ambiente costruito, una volta realizzato, è estremamente difficile da modificare. Il risultato è che spesso le comunità sono costrette a convivere con scelte progettuali sbagliate per un arco di tempo molto lungo.

L’intelligenza artificiale applicata alla pianificazione urbanistica allarga notevolmente l’orizzonte, perché è in grado di presentare un elevato numero di scenari possibili e, per ciascuno, di segnalare le diverse tipologie d’impatto sulla qualità della vita dei futuri abitanti del nuovo quartiere. In pratica, produce una vasta gamma di opzioni progettuali mirate che meglio riflettono, quindi, le priorità della comunità.

Creatività e progettazione urbanistica

È certamente naturale chiederselo a questo punto: della libertà di progettazione, dell’estro inventivo, della forza dell’ispirazione di architetti e urbanisti quanto rimane, visto che l’intero processo è gestito da una piattaforma digitale?

Domanda più che legittima: il timore che la tecnologia possa sovrastare l’uomo è del tutto comprensibile. Niente paura, però, perché in verità il generative design non automatizza l’iter di pianificazione urbanistica, non elimina cioè la necessità di una progettazione che sia comunque guidata dall’intervento umano. Il sistema fornisce semplicemente una serie di funzionalità con lo scopo di consentire al team di ottimizzare il lavoro.

Il processo di progettazione generativa inizia con l’inserimento nella piattaforma delle principali informazioni relative all’area geografiche, alle caratteristiche fisiche, sociali e architettoniche del luogo, alle normative locali.

L’esplorazione delle innumerevoli proposte messe a disposizione da questo strumento non sostituisce la creatività, ma al contrario è una fonte di ispirazione molto potente. L’intelligenza artificiale fornisce diverse opzioni, ma spetta sempre al progettista, in base alla propria esperienza professionale, alla propria formazione e gusto estetico, selezionare quella che appare più conforme.

Le problematiche tipiche della progettazione urbanistica, vista la loro complessità, possono trarre grande beneficio dal generative design. Una complessità che nasce anche per la presenza di molti stakeholder, ciascuno con richieste diverse e potenzialmente conflittuali.

L’intelligenza artificiale applicata all’urbanistica non fornisce risposte, ma rende il processo di progettazione più veloce, fluido e completo, perché aiuta ingegneri, architetti e rappresentanti delle comunità a valutare gli obiettivi da raggiungere, gli elementi di criticità e i possibili compromessi.

Allo stato attuale il design generativo non è ancora uno strumento di progettazione in grado di coinvolgere nel processo un’intera collettività di residenti, ma non è difficile immaginare che a breve potrà essere utilizzato anche a questo scopo.

Aiutare progettisti e comunità a prendere decisioni con il maggior numero di informazioni possibili, significa che il futuro i diversi stakeholder potranno esprimere le proprie priorità e perplessità e la piattaforma sarà in grado di simulare come tutti questi fattori potrebbero effettivamente realizzarsi. Un processo di valutazione in tempo reale di uno o più progetti, fondato sulla trasparenza e collaborazione fra i vari attori, che potrebbe dare un grande impulso alla pianificazione partecipativa.

Si tratta di una tecnologia che col passar del tempo e grazie al machine learning diventerà sempre più smart: il sistema potrà cioè imparare quali elementi hanno funzionato di più o di meno nei progetti precedenti e migliorare le sue performance per garantire che la pianificazione dei nuovi quartieri possa riflettere con sempre maggior precisione esigenze e priorità dei futuri residenti.

La startup e il colosso, unite nel generative design

Spacemaker è una giovane società norvegese specializzata nella produzione di software di progettazione generativa su scala urbana, basati sul cloud e l’intelligenza artificiale. Fondata da Håvard Haukeland, Carl Christensen e Anders Kvale, con sede principale a Oslo e avamposti a Barcellona, Boston, Helsinki, Parigi, Stoccolma – questa start up è stata recentemente acquisita da Autodesk per 240 milioni di dollari.

Spacemaker ha messo al centro la convinzione che esista un modo migliore per progettare le città, fornendo strumenti innovativi che permettono agli architetti, agli sviluppatori immobiliari e ad altri stakeholder dell’industria AEC di prendere decisioni più informate e guidate dai dati fin dall’inizio di un progetto e di migliorare i risultati, anche sotto il profilo della sostenibilità e qualità della vita di coloro che vivranno nei nuovi quartieri.

Il piano di acquisizione prevede di mantenere Spacemaker come unità autonoma all’interno di Autodesk per preservarne lo spirito innovativo e permettere al team di sviluppo di portare fino in fondo le idee innovative che da sempre lo caratterizza, senza modificare la formula e l’etica di avvio della start up che fino ad oggi si sono dimostrati molto efficienti.

La piattaforma di urban generative design riunisce tutti gli attori che gravitano intorno a un progetto (committenti, ingegneri, architetti, funzionari e autorità dei Comuni), in modo da poter tenere in considerazione tutti i vincoli specifici, facilitare il processo decisionale e, in sostanza, migliorare la tempistica e la qualità del progetto.

L’ultima versione, la più all’avanguardia, delle funzionalità di design generativo, messa a punto dalla società norvegese si chiama Explore: mentre Spacemaker offre la possibilità di generare diverse alternative di una proposta di sito, Explore consente di andare oltre, di prendere ispirazione e ottenere suggerimenti su nuove direzioni da prendere, andando molto in profondità e lavorando su ciascuna opzione in modo più dettagliato.

Il sistema dà la possibilità di apportare modifiche in qualunque fase dell’iter, comprendendone immediatamente i diversi tipi di impatto, sull’ambiente e sulla qualità della vita dei residenti. Si tratta di verifiche che avvengono in tempi molto rapidi, nell’ordine di pochi minuti.

Segni particolari di questa piattaforma all’avanguardia sono la capacità di arricchire e velocizzare il processo di progettazione, diventando anche una fonte inesauribile di stimoli e ispirazione per chi lo utilizza.

Una volta inseriti i numerosi parametri di riferimento, il sistema produce una serie di molteplici proposte e anche di apportare modifiche in qualunque fase del processo di pianificazione, Il tutto, naturalmente, avviene in un unico flusso di lavoro, veloce e ininterrotto.

Uno degli aspetti più potenti di Explore è la sua capacità di scegliere all’interno del progetto gli elementi che funzionano maggiormente, pur continuando a considerare altre opzioni per le restanti parti del sito.

In sostanza è possibile bloccare, il flusso di progettazione su alcuni edifici – già considerati al loro stadio ottimale – e continuare a generare nuove opzioni per tutti gli altri, fino a quando verrà individuata per ciascuno la migliore soluzione di progetto.

1 COMMENTO

  1. Il nostro studio di progettazione si occupa principalmente di urbanistica metropolitana da revisionare e migliorare sotto l’aspetto socio-sanitario, avvalendosi di un metodo progettuale che preveda interventi sia sul costruito della rete urbana che sulle aree da riqualificare, tramite il raggiungimento dell’obiettivo sulla rinaturalizzazione della città.

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