Si è conclusa la prima fase dei lavori di costruzione della casa in 3D presso il Parco Tecnologico Shamballa di Wasp, dove è stata montata e messa al lavoro la stampante BigDelta alta 12 metri.
«Siamo riusciti a dimostrare che due uomini e una macchina possono stampare in 3D un rifugio confortevole e sano in poco tempo e ad un costo irrisorio, pur nella consapevolezza che c’è ancora molto da fare», ha dichiarato in una nota il patron della casa di Massa Lombarda, Massimo Moretti.
Come prevedibile, stampare in 3D una struttura in terra e paglia si è rivelata un’esperienza difficile, estrema, ma promettente.
Wasp, con spirito di trasparenza, ricorda alcuni dei problemi affrontati (e risolti) nella stampa della casa, come mettere a punto un estrusore capace di depositare tonnellate di impasti, verificare se la meccanica della macchina era in grado di resistere a un lavoro continuo di deposizione di tonnellate di materiale, risolvere il problema del carico del materiale quando si raggiunge una certa altezza, assistere l’estrusore in fase di stampa, affrontare l’interruzione e ripresa della stampa anche in relazione al ritiro dei materiali, proteggere il muro in modo che possa resistere al dilavamento da pioggia in caso di forti temporali.
I numeri della casa
Fino a oggi sono stati stampati 270 centimetri di muro di argilla e paglia del diametro di 5 metri, utilizzando circa 40 tonnellate di materiale. I layer in totale sono 135, con un peso medio di 300 chili ognuno. Il tempo medio per realizzare un layer è di 20 minuti. Sono stati consumati 2 metri cubi d’acqua e 200 KWh. Costi: 32 euro per l’energia, 3 euro per l’acqua, 10 euro per la paglia, 3 euro per la benzina della motozappa. In totale, 48 euro.
«Argilla e paglia senza nessun additivo si stampano bene in 3D – spiega Moretti –. Il tempo di cambio di stato da fluido a solido permette una stampa di circa 60 centimetri al giorno, che può anche aumentare nei mesi estivi, quando forse è possibile arrivare a un metro al giorno. Due uomini e una macchina possono costruire un rifugio confortevole e sano in poco tempo e a un costo modestissimo».
Dopo aver messo a punto gli impasti, il muro ottenuto è stato giudicato di ottima qualità. Da analisi preventive pare che possa sopportare grandi sforzi, mentre la grande quantità di fibra dà garanzie di tenuta.
Il rapporto peso/prestazioni derivante dalla paglia e dall’argilla sembra non richiedere ulteriori sistemi di rinforzo dei muri.
Per evitare il dilavamento all’intonaco è stata aggiunta calce per circa il 10%.
«Alla ripresa dei lavori alzeremo il muro fino a circa 4 metri, poi ricaveremo la porta e monteremo il tetto» anticipa Moretti.
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